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Resident Evil Welcome to Raccoon City, la recensione: un’occasione sprecata

di Gabriele Di Nuovo

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Al cinema dal 24 Novembre, “Resident Evil Welcome to Raccoon City” è il reboot cinematografico del franchise videoludico targato Capcom. Scritto e diretto da Johannes Roberts, vede nel cast Robbie Amell, Kaya Scodelario, Hannah John-Kamen, Tom Hopper e Avan Jogia.

Come molti sanno, cinema e videogiochi è sempre stato un binomio difficile da far funzionare (ne abbiamo parlato in questo articolo). Dopo 6 film con Milla Jovovich protagonista, il franchise di “Resident Evil” ritorna alle origini. Il reboot punta a portare lo spettatore e i fan a vivere e rivivere i momenti salienti del videogioco. Ma “Resident Evil Welcome to Raccoon City” è riuscito nell’ardua impresa di adattare in modo fedele la sua controparte e allo stesso tempo regalare un buon film?

Benvenuti a Raccoon City

30 Settembre 1998. Raccoon City è una città industriale controllata dalla Umbrella Corporation, una delle più grandi aziende farmaceutiche degli Stati Uniti, ma i fasti di un tempo ormai sono lontani per la città. L’azienda farmaceutica si sta trasferendo altrove, abbandonando così Raccoon City al suo atroce destino. Infatti, all’interno della città, si nasconde una minaccia che porterà Claire Redfield (Kaya Scodelario), suo fratello Chris (Robbie Amell), Jill Valentine (Hannah John-Kamen) e il giovane agente del R.P.D Leon S. Kennedy (Avan Jogia) a diventare eroi.

resident evil

Prendendo gli eventi del primo e del secondo capitolo del videogioco, Johannes Roberts ha cercato di dare più profondità ai protagonisti della saga, collegandoli anche ad alcuni elementi inaspettati all’interno della pellicola.

Ma tutto questo ha funzionato? Una risposta diretta è difficile da dare, perché “Resident Evil Welcome to Raccoon City” ha dei pregi molto interessanti e dei difetti che non solo disturberanno i fan sfegatati, ma sono il problema più grande dell’intera pellicola.

Una sceneggiatura problematica

Il problema più evidente di “Resident Evil Welcome to Raccoon City”, insieme al basso budget della pellicola (costata solo 25 milioni di dollari), è la sua sceneggiatura.

La storia ideata da Johannes Roberts è molto ambiziosa; l’obiettivo del regista e sceneggiatore è quello di dare profondità ai protagonisti del videogioco, ma non riesce completamente nel suo intento. Infatti, ricercando una maggiore caratterizzazione dei vari personaggi, alcuni di loro ne escono completamente “distrutti”. Gli esempi evidenti sono Leon e Albert Wesker (Tom Hopper). Se il primo lo vediamo nel secondo capitolo del videogioco, nonostante sia un novellino, affrontare l’epidemia zombie con grande coraggio, non si può dire lo stesso di questa versione live action.

Poco sveglio e “raccomandato”, lo spettatore si ritrova davanti ad una versione ridicolizzata del personaggio. Mentre per Albert Wesker, non vediamo su schermo l’agente dello S.T.A.R.S freddo e spietato che abbiamo imparato a conoscere nei videogiochi. Ma ci ritroviamo davanti ad una figura molto più umana, che porta a snaturare completamente il villain più iconico della saga di “Resident Evil”.

Se Leon e Wesker non si sono rivelati soddisfacenti, possiamo dire il contrario per quanto riguarda i fratelli Redfield. Seppur fedeli alla loro controparte videoludica, Chris e Claire soffrono l’importanza data al loro passato all’interno del racconto.

Una narrazione incompleta

Altro problema evidente all’interno della sceneggiatura è il racconto. Ambientare nello stesso momento i primi due capitoli della saga videoludica, in apparenza, può sembrare una mossa interessante e innovativa. Purtroppo però, non è così.

Offrendo un background differente ai fratelli Redfield, la pellicola cerca una nuova strada per raccontare la storia del videogioco, senza riuscirci. “Resident Evil Welcome to Raccoon City” mette davanti allo spettatore molte domande, ma senza ottenere risposte. Anche con la prospettiva di un sequel (la scena post credit apre ad un secondo capitolo), difficilmente tutte le domande riceveranno una risposta. È proprio per questo che l’azienda farmaceutica villain del film e dei videogiochi, non riceve un minimo di caratterizzazione o informazione, oltre a quel poco che viene raccontato nella pellicola. Anche i file mostrati si riducono solo all’essere degli easter egg per i fan della saga videoludica, quindi poco utili a fini narrativi. Dopo queste parole, l’apparenza è di essere davanti ad un totale disastro, ma non è così. “Resident Evil Welcome to Raccoon City” è un discreto horror d’intrattenimento per i fan della saga e non solo.

Una lettera d’amore a “Resident Evil”

“Resident Evil Welcome to Raccoon City” riesce a colmare le pecche della sua sceneggiatura grazie alla sua atmosfera. Il tono della pellicola è perfetto, e per i fan del videogioco sembrerà di essere all’interno della loro saga preferita. Ma non c’è solo una grande atmosfera. Il film diretto da Johannes Roberts presenta una ricostruzione fedele delle ambientazioni del videogioco. Infatti, durante la pellicola possiamo vedere la famosissima villa Spencer del primo capitolo e la centrale di polizia del secondo “Resident Evil”.

L’attenzione non è solo rivolta agli edifici provenienti dai vecchi capitoli. Fulcro narrativo del film è l’orfanotrofio di Raccoon City, presente nel remake del secondo capitolo. Anche questo è stato ricostruito in modo fedele, seguendo il videogioco.

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“Resident Evil Welcome to Raccoon City” porta su schermo, anche momenti iconici della saga. Per esempio, quando i protagonisti sono all’interno di villa Spencer, lo spettatore si ritrova davanti alla leggendaria sequenza “del primo zombie”.

Questa è solo una delle tante citazioni e vari easter egg presenti all’interno della pellicola. Per evitare di rovinarvi la sorpresa, non vi riveliamo altro. L’amore per la saga videoludica non è evidente solo in queste ricostruzioni, ma anche attraverso i suoi nemici: gli zombie.

Trucco e CGI incostante

Nonostante un’ottima atmosfera, supportata dalla ricostruzione di edifici iconici e da adattamenti di momenti cult, gli zombie fanno da padrone la pellicola. Il trucco usato sugli attori che interpretano gli infetti, è però differente rispetto ad altri film del genere e, se nei trailer l’impatto non era stato tra i più positivi, fortunatamente si è rivelata solo apparenza.

Purtroppo non si può dire però lo stesso della CGI della pellicola. Complice il basso budget, nei momenti in cui la computer grafica entra in scena, iniziano i problemi. La resa visiva del cane zombie e della trasformazione finale di William Birkin (Neal McDonough) non sono tra le migliori, mentre perlomeno l’apparizione del Licker è molto efficace e non soffre del problema precedente.

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Nota di merito va al trucco utilizzato per Lisa Trevor (Marina Mazepa). Il personaggio presente nella versione rimasterizzata per Gamecube del primo capitolo, in questo nuovo film acquista un ruolo cruciale all’interno della storia. La presenza scenica del personaggio è impeccabile e si rivela disturbante e paurosa, come nel videogioco.

Considerazioni finali

“Resident Evil Welcome to Raccoon City” è un adattamento riuscito a metà. Se l’impatto visivo è intrigante, nonostante i limiti di budget e la CGI mediocre, non si può dire lo stesso della narrazione. A soffrirne non è solo la pellicola con la sua durata non elevata, ma anche alcuni protagonisti che si ritrovano a non essere come la loro controparte videoludica. I progressi rispetto al passato sono evidenti, ma la strada è ancora lunga per vedere un adattamento cinematografico efficace su tutti i fronti.

Pro

  • Il rispetto per la saga videoludica;
  • La fedeltà di ambientazioni e di alcuni momenti del videogioco;
  • Gli zombie e Lisa Trevor;
  • La scrittura fedele per i fratelli Redfield.

Contro

  • Alcuni personaggi non sono loro stessi, su tutti Leon e Wesker;
  • La sceneggiatura è frettolosa;
  • La CGI in alcuni momenti non è di altissima qualità.

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di Gabriele Di Nuovo

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