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Cinema e videogiochi: un rapporto travagliato

di Gabriele Di Nuovo

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Così diversi, così simili. Si può riassumere così il rapporto tra cinema e videogiochi. Ma cosa succederebbe se questi si influenzassero tra di loro?

Tanta gente è cresciuta con videogiochi di vario genere, dai vecchi cabinati alle console di ultima generazione. Ma quando uno di questi ha un grande seguito, Hollywood entra subito in azione per adattarlo, molto spesso fallendo miseramente.

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Cinema e Videogiochi: i primi adattamenti falliti

Il primo adattamento cinematografico basato su un videogioco fu “Super Mario Bros” del 1993. Tratto dall’iconico franchise Nintendo con protagonista il famoso idraulico Mario, il film ottenne un pessimo riscontro da parte di pubblico e critica. Però nonostante questo, la pellicola col passare degli anni, divenne un cult. L’anno successivo, arrivò nelle sale il live action dedicato a “Street Fighter”, famoso picchiaduro della Capcom che spopolava nelle sale giochi.  Ma anche questo fu un fallimento, nonostante i numerosi fan del titolo e la presenza di Jean Claude Van Damme nel cast.

Restando sempre sul fronte picchiaduro, nel 1995 arrivò “Mortal Kombat”, diretto da Paul W.S Anderson. Il film ebbe un grande successo al box office e ottenne persino un sequel che però floppò, a differenza del suo predecessore. Il botteghino avrà dato ragione al prodotto, ma la critica non era entusiasta della qualità complessiva del lungometraggio. Questo ha reso “Mortal Kombat” l’ennesimo adattamento live action di videogame a fallire.

Gli anni 2000 e la costante presenza degli errori passati

Nel 2001 arrivò nelle sale un progetto ambizioso. Inizialmente avrebbe dovuto avere alla regia George A. Romero, il papà degli zombie a Hollywood. Ma per la poco commerciabilità della sua sceneggiatura, il film passò a Paul W.S Anderson, già regista di “Mortal Kombat”. Il titolo in questione è “Resident Evil”, basato sulla famosissima serie survival horror prodotta da Capcom. Nonostante l’ottimo riscontro commerciale e la creazione di un franchise cinematografico concluso nel 2016 con 6 film totali, fan e critica hanno bocciato la serie. Il motivo risiede nel modificare completamente il videogioco Capcom. Questo “stravolgimento” delle storie è presente sin dal 1993 ed è un errore che persiste in ogni adattamento basato su un videogame, tranne in alcuni casi.

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Grazie al successo del primo film dedicato all’horror Capcom, negli anni successivi arrivarono altri titoli come “Tomb Raider”(2001) e il suo sequel nel 2003, “DooM” (2005),  “Tekken” (2010), “Prince of Persia“ (2010) e “Assassin’s Creed” (2016). Questi sono alcuni dei tanti adattamenti arrivati sul grande schermo e il punto d’incontro con i film precedenti è il loro fallimento commerciale. Racconti stravolti causati dalla conoscenza inesistente del materiale di partenza e sceneggiature non all’altezza, hanno portato solo scetticismo ai prodotti futuri di questo sottogenere cinematografico

Una luce in fondo al tunnel

Non tutto il male viene per nuocere perché negli ultimi anni abbiamo avuto titoli che hanno ottenuto un ottimo consenso da pubblico e critica. Questi sono “Warcraft”(2016), “Tomb Raider”(2018), reboot cinematografico molto fedele alla versione più recente della sua protagonista Lara Croft,  “Detective Pikachu” (2019) e “Sonic” (2020). Il vero punto di forza di questi film è il loro essere prodotti per i fan e anche per tutto il pubblico, soprattutto nel caso di Sonic e Detective Pikachu. Le differenze con la controparte video ludica sono minimi e ideati con lo scopo di rendere fruibile su schermo un determinato personaggio. Altro successo recente è il reboot di “Mortal Kombat”, che nonostante la presenza di un personaggio inedito, quindi non presente nel gioco, porta su schermo un prodotto fedele che è stato apprezzato moltissimo dai fan.

Il cinema nei videogiochi

Se Hollywood ha cercato di adattare su schermo una miriade di titoli, i videogiochi come si sono avvicinati al cinema? Se i Tie-in basati su un film arrivato al cinema non sono mai stati grandi successi di vendita, l’azienda videoludica si è avvicinata al cinema scrivendo storie da raccontare in modo cinematografico e permettere al giocatore di viverle. Un primo esempio è la serie di “Metal Gear Solid”, ideata da Hideo Kojima. Uno dei motivi per cui la serie è diventata un cult lo deve alla sua sceneggiatura e alle lunghe sequenze cinematiche rivoluzionarie nell’ambito videoludico.

Un passo in avanti dal punto di vista della regia, Kojima l’ha fatto con il suo ultimo gioco creato, “Death Stranding”, dove oltre a presentare un ottimo comparto narrativo e un ottima regia, il titolo conta la presenza nel cast di attori come Norman Reedus e Mads Mikkelsen. Questo mostra che gli attori di Hollywood sono intrigati dal lavorare in un videogioco con un comparto narrativo cinematografico di alto livello.

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Non solo Kojima: Naughty Dog e Quantic Dream

Altri esempi di regia cinematografica la si può trovare in videogiochi come “God of War” del 2018 per Playstation 4, i due titoli della serie di “The Last of Us” e nella serie di “Uncharted” con le sue sequenze action da film. Ma il cinema applicato ai videogiochi non è solo attori che recitano con la perfomance capture o scelte stilistiche nella regia, ma anche la creazione di giochi interattivi da godere come un film, ma è il giocatore a scegliere le azioni dei personaggi protagonisti.

Quantic Dream, specializzata in questo genere di titoli, ha creato quelli che sono a tutti gli effetti dei film interattivi e stiamo parlando di “Heavy Rain”, “Beyond:Two Souls” e “Detroit Become Human”. Tre storie differenti, più protagonisti e ogni scelta fatta dal giocatore è cruciale per ottenere uno dei vari finali. Caratteristiche che portano il giocatore a rivivere l’avventura più volte per ottenere un finale differente.

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La narrazione attuale nei videogiochi porta il videogiocatore ad essere ancora più scettico riguardo gli adattamenti cinematografici e quindi la domanda sorge spontanea: Hollywood ha capito come adattare un videogioco?

È chiaro che ormai le case produttrici di videogiochi abbiano capito come creare grandi storie, sfondando la parete che divideva il gameplay da una narrazione matura e profonda. Lo stesso però non si può dire di Hollywood.  Nonostante i ripetuti fallimenti, il cinema sta puntando molto su questo mondo. Infatti sono in arrivo nei prossimi mesi vari titoli che cercheranno di mantenere il trend positivo degli ultimi live action usciti in sala

Cinema e Videogiochi: cosa ci riserva il futuro

In autunno arriverà il reboot cinematografico di “Resident Evil”, che promette di essere più fedele alla sua controparte video ludica. A febbraio 2022, arriverà in sala “Uncharted”, film che farà da prequel alla famosa serie ideata da Naughty Dog per Playstation, che punta davvero in alto, data anche la natura action cinematografica del titolo. Sempre il prossimo anno, arriverà la serie dedicata a “The Last Of Us”, ideata da HBO e scritta da Craig Mazin, già sceneggiatore della pluripremiata miniserie “Chernobyl”. Le premesse sono buone e quindi non resta che aspettare queste uscite ed essere fiduciosi a riguardo. Perché dopotutto cinema e videogiochi sono simili e possono intrattenere ed emozionare allo stesso modo.

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Per altri approfondimenti su cinema e serie TV, continuate a seguire NCS.

di Gabriele Di Nuovo

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