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Reddito di cittadinanza: chi rischia di perdere il sussidio?

di Enea Bacciocchi

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La questione che riguarda il Reddito di Cittadinanza è assai delicata e nell’ultimo periodo, è uno degli argomenti più chiacchierati. Le lamentele che si porta appresso da ormai quasi 4 anni sono soprattutto relative alle persone che ne hanno diritto. L’obiettivo perciò attuale, è limitare il sussidio e rivolgerlo solo ai più bisognosi.

Il principio a cui si ispira la maggioranza è che il RDC debba diventare uno strumento rivolto solo a chi, per problemi di salute o altri impedimenti, non può trovarsi un lavoro. I disoccupati invece, non devono averne diritto e l’unico modo per compensare le loro difficoltà dovrà esssere “trovare un lavoro e non contare più sul Reddito di cittadinanza” come sottolineano i rappresentanti del nuovo Governo di centrodestra.

Come riporta il Corriere della Sera, l’idea che si fa spazio da tempo ormai, per recuperare risorse monetarie, sarebbe quella di togliere il sussidio addirittura al primo rifiuto di un’offerta di lavoro. Questo comporterebbe che oltre 650 mila persone perderebbero il diritto a questo importo di denaro. Per ora ovviamente, è solo un disegno che dovrà essere approvato, ma le intenzioni sono ben chiare.

I dati riguardanti il Reddito di cittadinanza

Ad ora, bisogna capire come si evolverà la situazione. Infatti, non è improbabile che si possa instaurare un nuovo sussidio meno generoso, ma ancora nulla è certo. Secondo i dati ANPAL, Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, attualmente i beneficiari al diritto sono circa 920.000. Di questi, solo il 18% possiede un’occupazione.

Il 72% invece (660 mila persone circa), sono sottoscritti al patto di lavoro, ovvero disoccupati che negli ultimi 3 anni non hanno ottenuto un contratto di lavoro subordinato.

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