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“Rapiniamo il Duce”, la recensione: nessuno è più furbo della storia… forse

di Alessandro Marasco

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“Rapiniamo Il Duce” di Renato de Maria è l’ultima pellicola cinematografica targata Netflix, presentata nei giorni scorsi al Festival Del Cinema di Roma 2022. Ma l’ambizioso film sarà riuscito nel suo intento?

Rapiniamo il Duce: Trama e cast

“Rapiniamo il Duce” ha una trama di base avvincente e fatta di concetti “classici” della narrazione, che inducono lo spettatore alla visione. “Una storia quasi vera” che vede le sue origini nella Milano del 1945. Il re del mercato nero, Isola (Pietro Castellitto) e i suoi compagni intercettano una comunicazione, attraverso la quale scoprono il luogo in cui Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro in attesa di fuggire in Svizzera. Isola non si lascia sfuggire l’irripetibile occasione e per questo decide di compiere la folle impresa aiutato da una banda di reietti. Nel film risulta importante anche la “love story” tra il protagonista e Yvonne (Matilda De Angelis), una giovane cantante. Il loro amore sarà messo a dura prova dal gerarca fascista Borsalino (Filippo Timi) e dalla stessa impresa. Nel cast sono presenti anche Isabella Ferrari, Maccio Capatonda, Tommaso Ragno, Luigi Fedele, Lorenzo De Moor e Alberto Astorri. La pellicola è prodotta da Bibi Film ed è scritta dal regista stesso con l’aiuto di Federico Gnesini e Valentina Strada.

 

 

Un prodotto con molte ispirazioni

“Rapiniamo il Duce” prende molta ispirazione da svariate opere cinematografiche e non, che fanno parte dell’immaginario pop. Vediamo riferimenti alla saga di “Ocean’s” diretta da Steven Soderbergh, ma ricorda con le dovute differenze anche “Bastardi Senza Gloria”, con una leggera influenza di Lupin. Il film presenta degli intermezzi “animati” in uno stile fumettoso, acquisendo quel gusto da “cinecomic” tutto italiano che abbiamo già visto e apprezzato nei lavori di Gabriele Mainetti o dei Manetti Bros. Insomma un prodotto che nonostante le svariate ispirazioni riesce ad avere una propria identità.

 

rapiniamo il duce

 

Il lato tecnico di “Rapiniamo il Duce”

Da un punto di vista meramente tecnico il film è di pregevole fattura. La ricostruzione storica della Milano del 1945 è perfettamente credibile grazie a scenografie, effetti speciali e costumi di buon livello. Lo stesso si può dire della fotografia, con contrasti molto forti che risultano di grande impatto e che combinati alla regia danno vita a scene più ispirate del previsto e davvero apprezzabili. L’unica mancanza tecnica risiede nel montaggio, non sempre chiaro specialmente nelle situazioni concitate in cui vi è l’azione di molti individui in scena.

“Rapiniamo il Duce” è una storia corale che mette in campo svariati personaggi, i quali incarnano degli stereotipi del classico film action: Il ladro gentiluomo, il vecchio cecchino, la femme fatale, l’esperta di combattimenti corpo a corpo, il pilota scapestrato, il genio poco avvezzo all’azione, l’esperto di esplosivi e il sadico villain. Questi personaggi risultano caratterizzati più dalle ottime interpretazioni di tutti i membri del cast che dall’approfondimento effettivo. Come il personaggio interpretato da Maccio Capatonda: Giovanni Fabbri, lo scapestrato e divertente pilota automobilistico al quale ci si affeziona più per l’attore che lo interpreta che per la scrittura del personaggio. L’approfondimento maggiore viene dato al protagonista, lasciando in ombra alcuni elementi della banda. Menzione d’onore per Matilda De Angelis che offre delle performance canore davvero splendide.

 

 

Le criticità del film

Ciò che influisce in maniera negativa sulla valutazione di “Rapiniamo il Duce” sono lo sviluppo della storia e la sceneggiatura. Il film parte in maniera spedita per poi perdersi nella parte centrale, nella quale non si capisce a pieno dove la trama voglia condurre, per poi ritornare in maniera troppo frettolosa al finale. La pellicola è costellata da scelte di dialogo non particolarmente brillanti che possono spezzare l’artificio cinematografico. Inoltre allo spettatore è richiesta una certa sospensione dell’incredulità, specialmente in alcuni punti.

 

 

“Se vuoi sopravvivere meglio fare il ladro dell’eroe”.

Pro

  • Ottime interpretazioni degli attori, i quali calzano alla perfezione nel ruolo affidatogli;
  • Fotografia, regia ed effetti speciali di ottimo livello con alcuni guizzi qualitativi davvero apprezzabili;
  • Inizio del film molto accattivante;
  • Una pellicola con un estetica ben confezionata, che riesce ad intrattenere con una storia classica e qualche colpo di scena;

Contro

  • Scelte di dialogo non particolarmente brillanti;
  • La narrazione verso la metà del film perde di mordente, soffermandosi troppo su alcuni punti e risultando frettolosa su altri, un ritmo altalenante;
  • Personaggi non molto approfonditi che incarnano degli stereotipi classici del genere;
  • Montaggio poco chiaro in alcune parti dell’azione particolarmente concitate;

“Rapiniamo il Duce”  merita di essere supportato per celebrare il ritorno del cinema di genere in Italia. Il film sarà disponibile su Netflix dal 26 ottobre. E voi aspettate questo film? Per altre recensioni su film, serie tv e non solo tenete d’occhio Nasce, Cresce, Streamma. 

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