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Putin, una sentenza della Corte Penale Internazionale condanna il leader del Cremlino

di Enrico Tiberio Romano

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In data odierna la Corte Penale Internazionale ha emanato una sentenza di estrema rilevanza, destinata certamente a far discutere. Si tratta di un mandato di arresto nei confronti del Presidente russo Vladimir Putin. Come ha detto lo stesso procuratore generale dell’Ucraina, Andrij Kostin, ci troviamo di fronte ad “una decisione storica”.

Il mandato di arresto per Putin per crimini di guerra

Come si apprende dallo stesso comunicato rilasciato contestualmente all’annuncio della decisione, la Corte ha ritenuto Putin “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di bambini e di trasferimento illegale di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. Inutile sottolineare come tutto questo possa avere un forte eco di risonanza a livello internazionale mentre dalla Federazione traspare indifferenza in seguito alla sentenza.

Il leader del Cremlino non sarebbe l’unico responsabile di tali crimini, insieme a lui infatti è stata condannata anche Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini in Russia. La donna come riporta la Tass avrebbe dunque dichiarato: “Continuiamo a lavorare”, ignorando il provvedimento a suo carico. Addirittura attraverso il suo account Twitter, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, si sarebbe fatto beffa della sentenza, dicendo: “La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin. Non c’è bisogno di spiegare dove dovrebbe essere usato questo documento” aggiungendo l’emoji della carta igienica.

Il messaggio da Mosca sembra quindi quello di una totale indifferenza di fronte ad una decisione simbolica molto forte e che per la prima volta qualifica il leader del Paese come un criminale di guerra. Le distanze tra il mondo occidentale e quello della Federazione dunque sembrano aumentare, in un contesto dove il rischio escalation rimane più che mai presente.

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