di Mattia Trincas
La nostra analisi
Come in un certo senso è giusto che sia, la delusione è alle stelle in casa PSG. Dopo aver fatto arrivare nella Capitale francese dei grandi giocatori, con l’obbiettivo di completare quella squadra che nelle ultime due stagioni è andata così vicina al vincere la sua prima competizione europea, è – diciamo così – regolamentare avere dei dubbi sulla bontà del mercato fatto. Mancava ancora qualcosa? Qualcosa non ha funzionato? I giocatori non si trovano tra di loro? Cerchiamo di dare una risposta a tutto, andando per ordine.
Manca qualcosa?
Non esattamente. I giocatori ci sono, sono molto validi e di grande talento; basta vedere l’attacco che guida la squadra, formato dai numeri dieci di Argentina, Brasile e Francia. Insomma, qualcosa di incredibile. Il centrocampo è abbastanza solido, ma non contribuisce come dovrebbe al funzionamento della squadra; un intervento è stato effettivamente fatto, con l’arrivo di Wijnaldum, che però non ha trovato la sua dimensione, ed è finito ai margini della rosa.
Per quanto riguarda la difesa, i portieri sono di livello assoluto, mentre probabilmente ai giocatori di movimento serve un leader, un vero leader che li trascini. Questo ruolo era fino a qualche anno fa ricoperto da Thiago Silva, e per sostituirlo è arrivato Sergio Ramos, che però non ha reso come ci si aspettava. Morale della favola: a questa squadra serve un vero leader, e sembrerebbe che Marquinhos, non possa tenere in piedi la baracca da solo.
Qualcosa non va? I giocatori non si trovano?
Sicuramente avrete letto della dichiarazione di Ronaldo Nazario a DAZN, rilasciata nel “lontano” settembre scorso, quando gli è stato chiesto se vedesse il PSG come favorito alla vittoria della Champions League di quest’anno. Nel caso ve la foste persa, la riportiamo:
“È troppo presto per dire chi vincerà la Champions League. Il quadro comincia ad essere chiaro ai quarti di finale. Il PSG è una delle favorite, ma parlare di calcio è una cosa, mentre giocarlo è un’altra. Ci sono troppi fattori che possono influenzare una partita. Ho giocato per il Real Madrid per cinque stagioni, nella squadra dei Galacticos, e non ho mai vinto la Champions. Vincere non è matematico, anche se hai la squadra migliore”.
Senz’altro si tratta di parole piuttosto forti, e senza alcun dubbio oggettive. Rivedendo la dichiarazione, oggi, viene da porsi proprio la domanda che abbiamo fatto poco sopra: “C’è qualcosa che non va?”.
È evidente che, nonostante l’attacco stellare, ci siano dei problemi di comunicazione. Lo si vede in campo, soprattutto quando la fase d’attacco sta procedendo. Affidiamoci per un attimo alle statistiche: stando ai valori riportati da Transfermarkt, il PSG, in 39 match giocati in tutte le competizioni, ha segnato 78 reti, e ne ha subito 36. La differenza reti è presto fatta: 42 reti in positivo.
Per usare un metro di paragone, prendiamo il Manchester City, acerrima rivale a distanza del club parigino. La squadra di Pep Guardiola, in 28 giornate della sola Premier League, ha segnato 68 reti, solo dieci in meno, ma non ha a disposizione un parco attaccanti come quello a disposizione di Pochettino; è però chiaro che la squadra inglese sia decisamente più affiatata e coperta in ogni ruolo. A questo punto, è semplice giungere ad una conclusione: la squadra parigina fa fatica a girare, non riesce a trovare la sua condizione tipo e non riesce a portare avanti quelle imprese che tanto inseguono.
Ricordiamo che il PSG, adesso, è in corsa soltanto per il campionato francese, dopo essere stato eliminato dal Nizza in Coppa di Francia, e appunto, dal Real Madrid in Champions League. Un bottino molto ristretto, rispetto alle speranze riposte nel club a inizio stagione: infatti, non era così folle immaginare che i parigini sarebbero entrati nell’esclusivo club dei vincitori del Treble (campionato, coppa Nazionale, Champions League).
Conclusioni: Al-Khelaifi fuori luogo
Nonostante l’ampia discussione che abbiamo fatto, non ci siamo dimenticati del presidente del club. Questo, come detto, sarebbe quasi venuto alle mani con due dipendenti del Real Madrid, e avrebbe pesantemente accusato la terna arbitrale, come anticipato, di non essere intervenuti sul presunto fallo di Benzema ai danni di Donnarumma.
Naturalmente il comportamento adottato dal patron, se le ricostruzioni venissero confermate, non sarebbe certo quello che ci si aspetterebbe, non solo dal presidente di un club piuttosto impostante come il PSG, ma anche dal presidente e volto della ECA; si tratta dell’Associazione dei Club Europei che rappresenta, appunto, i club del panorama calcistico europeo. Comprensibile il fatto che tutto ciò accaduto in un momento di piena collera, ma rimane comunque inammissibile un “siparietto” del genere.
Insomma, cosa ne pensate della vicenda? Perdonereste la sfuriata di Al-Khelaifi, oppure la punireste? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Instagram. Per rimanere sempre aggiornati sulle notizie provenienti da tutto il mondo del calcio, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Calcia.
di Mattia Trincas
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