“Giocatori e dirigenti devono fare qualcosa perché le parole da sole non bastano più”. A parlare è Pep Guardiola che, intervistato dal Daily Star, si è scagliato contro i tanti impegni che i calciatori della Premier League (ma non solo) devono affrontare.
L’allenatore del Manchester City ha messo in luce quello che secondo lui è uno dei problemi da porre sotto la lente d’ingrandimento, almeno in Inghilterra: il calendario affollato. Basti pensare allo sforzo, economico e non, che le società e i calciatori devono affrontare in un periodo, dal punto di vista sanitario, così delicato.
“La situazione non cambierà da sola: Uefa, Fifa, Premier League, le televisioni e gli affari sono più importanti del benessere dei giocatori, e ognuno decide per se stesso” attacca Guardiola.
Tamponi, allenamenti a numero ridotto e rinvii forzati sono ormai all’ordine del giorno, e il mondo calcistico, secondo lo spagnolo, rischia l’esplosione.
“Qui stiamo parlando del benessere dei giocatori. Forse i sindacati dovrebbero dire: Ok, non giochiamo finché non risolviamo questa situazione. Sì, ci vorrebbe uno sciopero” chiosa Guardiola, che propone lo sciopero quasi come un’estrema ratio, per far sì che i problemi di chi vive di calcio vengano affrontati con serietà e non sottovalutati.
Il tecnico degli Sky Blues conclude con una riflessione anche sulle sostituzioni: “Parliamo del benessere dei giocatori, ma la Premier è l’unico campionato che non accetta le cinque sostituzioni. Ne abbiamo solo tre. Come mai?”.
“Sarebbe molto meglio per tutti, considerato il numero di partite che giochiamo. Ma la Premier League e alcuni club hanno deciso di non farlo”.
Sicuramente in Inghilterra, con due coppe nazionali, il campionato e gli eventuali impegni europei, la situazione rischia di estremizzarsi. Però, molto probabilmente l’attenzione richiamata dall’allenatore del City non passerà inosservata, neanche nel resto d’Europa.
Un caso simile, più legato alla situazione Covid, si era creato con la Coppa d’Africa, con club che da tutta Europa avevano chiesto il rinvio della competizione, ma la CAF (Confederazione calcistica africana) non ne ha voluto sapere, e ha confermato la competizione, che partirà il 9 gennaio.
Il fuoco è acceso da tempo, e Guardiola l’ha alimentato. Fino a che punto si arriverà? Chi vivrà vedrà, ma ricordiamocelo: anche i calciatori sono esseri umani.
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di Federico Minelli
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