Da diversi anni ormai a Milano si parla di un nuovo stadio, che permetterebbe alle due squadre meneghine un ritorno economico importante. In questo senso, erano state fatte delle promesse dal Sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, ma i tempi invece di accorciarsi si sono dilatati. Ecco dunque che i rappresentanti dei due club hanno esposto le loro rimostranze, non escludendo soluzioni alternative.
In estrema sintesi, il nuovo stadio di Milano rischia di arrivare a un punto morto. Infatti, dopo mille rimandi e procrastinazioni, si deve ancora fare il dibattito pubblico sull’opera. Fondamentalmente, il dibattito pubblico è un confronto tra i proponenti dell’opera, il Comune e anche semplici cittadini, che serve per esporre le proprie perplessità sull’opera o per suggerire alternative. Per legge, il dibattito pubblico non può durare più di quattro mesi, anche se spesso si giunge alla sua conclusione in un lasso di tempo minore. Tuttavia, come riportato da Calcio e Finanza, questo dibattito potrebbe andare per le lunghe per una questione ambientale.
Secondo il Professor Pileri, docente di pianificazione e progettazione urbanistica al POLIMI, la demolizione di San Siro avrebbe un impatto negativo. Difatti, le stime di Pileri dicono che la demolizione avrebbe dei costi in termini di emissioni di CO2 pari al 5% di quelli che già emette Milano. Sempre stando alle analisi, si parlerebbe di 210 mila tonnellate di Co2.
In merito, Sala si è così espresso: “Le squadre non hanno ancora presentato il progetto [della demolizione di San Siro, ndr]. Dopodiché bisognerà capire anche il meccanismo delle compensazioni, bisogna capire un po’ i numeri“.
Sia il responsabile per le attività aziendali dell’Inter, Alessandro Antonello, sia di Paolo Scaroni, presidente del Milan, hanno più volte espresso il loro disappunto per le tempistiche così lunghe. A fronte di queste nuove dichiarazioni di Sala, i due hanno decisamente alzato il tiro, aprendo all’ipotesi di costruire il nuovo stadio in un altro Comune.
Queste le parole di Antonello, che è intervenuto insieme al presidente rossonero a “Tutti Convocati“, programma radiofonico su Radio24, che esprimono disappunto per la lentezza dell’iter burocratico:
“Siamo partiti con tanto entusiasmo ma purtroppo siamo consapevoli che il sistema Italia non aiuta soprattutto nelle infrastrutture e in particolare in quelle sportive. Ci siamo appellati alla legge sugli stadi ma i tempi si sono prolungati. […] Vogliamo seguire le regole ma queste dovrebbero essere accompagnate da tempi certi di realizzazione perché per gli investitori l’incertezza è difficile da accettare. Stiamo ancora attendendo l’approvazione del progetto che sicuramente deve essere sottoposto all’attenzione dei cittadini: il dibattito pubblico è fase fondamentale di trasparenza.
I tempi ormai sono davvero lunghi: in tre anni altri paesi si sarebbero trovati già con un’opera ormai conclusa. Andare in un altro Comune? Bisogna sempre avere piani alternativi. L’obiettivo è raggiungere un nuovo stadio nei tempi più brevi possibili: è un’opzione che si sta valutando e si sta studiando. Quando avremo tutti gli elementi prenderemo la decisione nell’interesse dei club, ovvero avere lo stadio nei tempi più brevi possibili”.
Anche le parole di Scaroni, rilasciate sulla falsariga di quelle del suo collega, esprimono con parole diverse lo stesso concetto:
“Mi aspettavo che fossimo più veloci, soprattutto essendo a Milano. Il progetto stadio è per tutti, tifosi e non. Purtroppo sappiamo che in Italia la burocrazia spesso non facilita le cose. Milan e Inter hanno la stessa visione perché hanno le stesse ambizioni. Lo stadio è un ingrediente fondamentale, se non il più importante, per avere successo. È incredibile che in una città come Milano non abbiamo uno stadio all’avanguardia come succede nelle altre città europee.
Quello che secondo me è mancato è che questo progetto è rimasto il progetto di Milan e Inter e non del Comune di Milano. Resta ancora qualcosa solo per i due club e invece non è così, è un progetto per Milano. Una delle ragioni per cui guardiamo fuori Milano è perché sposeremo il progetto con i tempi di realizzazioni più brevi, abbiamo urgenza di avere un nuovo stadio. Mi sono informato sul dibattito pubblico: i tempi si possono accorciare e spero possa succedere anche a Milano. Noi procederemo a dare tutti gli elementi per il dibattito pubblico al Comune”.
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Di Elia Mascherini
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