La città di New York sta per compiere un passo verso una maggiore inclusività, in seguito all’approvazione di una legge che vieterebbe di discriminare le persone per via del loro peso. Vediamo i dettagli di questa proposta, secondo quanto riportato da Open e BBC.
Era il 1976, quando lo Stato del Michigan fece d’apripista vietando le discriminazioni sul luogo di lavoro per chi è sovrappeso; da allora, tuttavia, non si sono fatti molti passi in avanti. Lo stigma dell’obesità è infatti molto radicato all’interno della società, soprattutto quella statunitense, che conta circa il 40% della popolazione come sovrappeso; tra difficoltà nel trovare luoghi a sedere nei ristoranti e nei bar, fino all’allontanamento da parte dei proprietari di casa nei confronti di chi ha qualche chilo di troppo, le discriminazioni, tra quelle più subdole a quelle più dirette, possono essere numerose.
Il consigliere comunale che più di tutti ha promosso questa proposta di legge, Shaun Abreu, ha infatti affermato che quello del peso è “un fardello silenzioso che le persone hanno dovuto portare“. Il politico stesso ha riportato la sua esperienza di vita, sottolineando come a causa del lock-down sia aumentato di circa 18 chili, con conseguente trattamento diverso da parte di chi gli stava intorno.
Questa nuova legge andrebbe pertanto a tutelare questa fascia di popolazione, equiparando le loro discriminazioni a quelle nei confronti della razza e del genere. Tuttavia, tale provvedimento non si applicherebbe a quei mestieri in cui il criterio del peso è “bona fide occupational qualification“, ovvero che potrebbe rendere la persona meno qualificata o adatta per un determinato lavoro; inoltre la legge in questione sarebbe allentata anche per le questioni di salute pubblica.
New York (@Shutterstock)
Diversi esponenti politici dell’opposizione repubblicana, tuttavia, hanno già levato la loro voce di disaccordo, in particolare Joseph Borrelli; quest’ultimo ha infatti affermato:
“Sono in sovrappeso ma non sono una vittima. Nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per me, a parte i bottoni della mia camicia”.
Borrelli, inoltre, teme che questa legge possa permettere ai newyorkesi di “fare causa a chiunque e a tutto”.
Il provvedimento, secondo i loro sostenitori, potrebbe spingere molte altre città se non interi Stati, ad adottare provvedimenti analoghi. Tegan Lecheler, direttore dell’organizzazione per i diritti civili “National Association for the Advancement of Fat Acceptance“, ha sostenuto con forza questa legge, sottolineando che “non è una questione di salute, ma di diritti civili“.
Il sindaco di New York, Eric Adams, ha già espresso il suo appoggio, ed entro la fine del mese firmerà la legge, dopo che questa è stata approvata dall’assemblea cittadina con la netta maggioranza di 44 voti favorevoli contro 5 contrari.
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