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Primi passi verso l’eterna giovinezza: in futuro vivremo fino a 200 anni?

di Alessandro Mazzolini

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È possibile vivere, se non per sempre, molto molto a lungo? Per parecchi scienziati sì, anzi, nel prossimo futuro vivere secoli sarà la normalità. Il biologo britannico Andrew Steele spiega che la senilità è una malattia che potrà essere curata, descrivendo l’invecchiamento come la principale causa di sofferenza nel mondo. Nel futuro però ci potranno essere nuovi medicinali in grado di combattere la vecchiaia facendoci rimanere giovani molto a lungo.

Come rimanere giovani

La fonte della giovinezza è sempre stata un’utopia sognata da molti uomini. Secondo la leggenda, ripresa poi in numerose storie, l’acqua della fonte del giardino dell’Eden poteva ringiovanire chiunque ne venisse a contatto. Andrew Steele nel suo libro “Ageless: The New Science of Getting Older Without Getting Old” spiega come tutto ciò potrebbe diventare realtà. Le malattie come cancro, cardiopatie ed ictus sono tra le principali cause di morte, e avvengono specialmente a causa dell’invecchiamento. Risolvendo il problema della vecchiaia si riuscirebbe quindi a vivere più a lungo rimanendo anche in salute. Di conseguenza l’obiettivo dei biogerontologi è identificare quali sono le cause biologiche che portano alla senilità per poi contrastarle attraverso alcuni trattamenti specifici. Pertanto lo scienziato britannico aspira a rallentare il processo di degenerazione per aumentare la durata della salute delle persone, evitando la sofferenza causata dall’invecchiamento.

 

Città del futuro (@Shutterstock)

Un’altra ipotesi sull’allungamento della vita

Come indicato dall’ANSA, per allungare gli attuali limiti biologici d’età, tra i 120 e i 150 anni, si dovrà migliorare la capacità dell’organismo di recuperare salute dopo una malattia. Questi sono i risultati raggiunti da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communication dalla Gero, in cui grazie ad un’intelligenza artificiale è emerso che la capacità di recuperare salute rallenta con l’aumentare dell’età. Se a 40 anni servono due settimane per riprendersi dopo una malattia, a 80 ne serviranno sei e a 120 la capacità di ripresa svanirà.

Nello studio sono stati individuati alcuni indicatori, come l’insulina, che sono in grado di quantificare la capacità di recupero dell’organismo. Per allungare le aspettative di vita sarà allora necessario intervenire con farmaci che migliorino le nostre capacità di ripresa. Il genetista Sergio Pimpinelli, professore alla Sapienza di Roma ha dichiarato che è possibile migliorare la salute attraverso uno stile di vita sano, ma sussiste un vero e proprio limite che attualmente non può essere superato. “Negli ultimi decenni abbiamo raddoppiato la durata della vita media, ma non sappiamo ancora come superare i confini biologici: questo nuovo studio offre alcuni interessanti spunti in quella direzione“. La vita eterna, o quasi, è davvero a portata?

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