Nel 1994 prese parte ad un film fondamentale per la sua carriera, che segnò una svolta e la sua seconda candidatura agli Oscar. Stiamo parlando di “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, grazie al quale ottenne in seguito diversi ruoli e tornò richiesto e desiderato come prima, se non di più. Tra i film successivi menzioniamo “Phenomenon” di Jon Turteltaub, “Mad city” di Costa-Gavras, con Dustin Hoffman, e “Face/off” di John Woo, con Nicolas Cage. L’anno 2000 decretò tre vittorie di Travolta ai Razzie Awards, due per la peggior interpretazione dell’anno (“Battaglia per la Terra” e “Magic Numbers: Numeri fortunati“) e uno per la peggior coppia (“Battaglia per la Terra“), assegnato a lui e a chiunque avesse recitato con lui nei film. Nonostante questo, in seguito fu scelto per diverse pellicole tra cui “The Punisher“, “Hairspray“, “From Paris with Love” e “Killing Season“.
La carriera brillante e luminosa di John Travolta si contrappone ad una vita, al contrario, triste e dolorosa. Perse due compagne a causa di cancro al seno: la prima, Diana Hyland, fu un’attrice americana che conobbe sul set di “The Boy in the Plastic Bubble“, mentre la seconda fu la moglie Kelly Preston. Travolta ha perso anche il figlio sedicenne Jett per cause ancora poco chiare.
La vita dell’attore è stata inoltre profondamente segnata, nonché influenzata, dall’organizzazione Scientology. Travolta dichiarò di esservisi iscritto dopo essere stato guarito da un’adepta sul set di “Il Maligno“, mentre si sentiva male. È stato tra i membri più importanti per 45 anni e pare che la sua adesione fosse dovuta alla moglie, anche lei iscritta. Sembra però che dopo la morte di quest’ultima egli abbia abbandonato l’organizzazione, mentre altre voci dicono che non potesse andarsene perché ricattato dalla stessa Scientology. Ad oggi non si sa la verità in quanto l’attore non ha mai rilasciato dichiarazioni al riguardo.
John Travolta (@Shutterstock)
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di Alice Casati
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