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NCI racconta – Il Boyscout che costruì un reattore nucleare nel suo giardino!

David Hahn fu un ragazzo senza dubbio fuori dal comune. Infatti, ad appena 17 anni, costruì un reattore nucleare nel suo giardino. Unì la sua infinita passione per la chimica ad un’intraprendenza senza pari, rischiando però di causare un disastro ambientale inaudito. A raccontarne la sua storia tribolata, un documentario su ABC.

I primi esperimenti del futuro boyscout nucleare

Nato nel 1976 in Michigan, USA, fin da piccolo aveva sempre avuto una grande passione per la chimica e gli esperimenti. I genitori gli regalarono dei kit da “piccolo chimico” con cui potersi intrattenere e divertire, ma i controlli su questi giochi per bambini erano decisamente meno stringenti rispetto a quelli attuali e all’interno delle confezioni vi erano materiali pericolosi, infiammabili o tossici. Pertanto, il suo spirito da inventore lo portò, a soli 14 anni, a creare della nitroglicerina in camera sua. La madre del ragazzo, spaventata per la pericolosità degli esperimenti da lui attuati, decise di fare qualcosa. Lo iscrisse ad un gruppo locale di Boyscout per poter imparare una buona educazione, oltre a canalizzare nel migliore dei modi la sua intraprendenza. Lo invitò, poi, a svolgere i suoi esperimenti nel capanno in giardino, nella speranza di preservare la casa da possibili incidenti.

I Boyscout e la passione per il nucleare

Nei Boyscout, come da tradizione, tutti i ragazzi desideravano conquistare le diverse spille da mostrare con orgoglio sulla propria divisa. Fra queste toppe era presente quella dedicata all’energia atomica. Per ottenerla era necessario leggere alcuni depliant forniti dagli istruttori, fare piccoli esperimenti, come la costruzione di un rudimentale contatore geiger seguendo determinate istruzioni, e visitare alcuni centri dov’erano utilizzati i raggi X. Ovviamente il giovane David non si limitò a questo, ma decise di fare le cose “leggermente” in grande: realizzare un vero e proprio reattore nucleare autofertilizzante in giardino.

 

Reattore Nucleare (@Shutterstock)

 

Ovviamente per la costruzione del reattore necessitava di molte informazioni e determinati elementi chimici, in particolare quattro: Uranio, Torio, Radio e Americio. Per prima cosa contattò sotto falso nome le varie associazioni citate nei depliant forniti, così da poter ottenere ogni informazione necessaria. Per gli elementi chimici, invece, dovette ingegnarsi un po’ di più. Ottenne il torio acquistando da un fornitore un centinaio di lampade da miniera, all’interno delle quali veniva inserito. Per estrarlo fu necessario utilizzare un sistema di purificazione a base di litio che ottenne da alcune batterie di auto. L’uranio fu in grado di ottenerlo proprio attraverso il torio delle lampade: colpito da neutroni, infatti, il torio può trasformarsi in uranio. Ricavò l’americio da alcuni rilevatori di fumo che rubò, mentre il radio veniva utilizzato nella vernice protettiva di alcuni orologi da parete che si procurò.

Il fallimento dell’esperimento e la scoperta

Nonostante il tentativo di costruire questo reattore, a poco a poco il giovane boyscout si rese conto che non funzionava e, anzi, stava rilasciando troppe radiazioni. Volendo evitare di assorbirne una dose letale, decise di sospendere il tutto. Tuttavia, una sera una pattuglia della polizia lo notò casualmente di fianco ad un’automobile. Pensando fosse un ladro i poliziotti lo fermarono e lo portarono in centrale per un controllo. Riuscì a giustificare la sua presenza dal momento che la macchina era sua, ma si lasciò sfuggire con gli agenti di avere in auto del materiale radioattivo utilizzato per alcune ricerche. Fu rilasciato ma le forze dell’ordine iniziarono a tenerlo d’occhio, segnalandolo anche all’FBI. La mamma di David, nel frattempo, iniziò a preoccuparsi seriamente per il rischio di questi esperimenti. Così decise di buttare nell’immondizia tutto il materiale che David aveva accumulato. Compreso il materiale radioattivo.

L’effettivo impatto delle radiazioni e la fine di David

La polizia, dopo alcuni mesi, si apprestò a fare delle indagini presso l’abitazione di Hahn, scoprendo alcuni dei pochi oggetti non gettati via dalla madre. La dose di radiazioni emanate era mille volte superiore al normale, garantendo quindi un pericoloso rilascio di energia nociva. Secondo alcune stime si pensa che più di 40 mila persone possano essere entrate in contatto con le radiazioni emesse dall’esperimento di David.

Nonostante questi eventi il ragazzo riuscì a diplomarsi, ma qui iniziò, purtroppo, il declino della sua vita: la fidanzata lo lasciò, la madre si suicidò e lui cadde in una profonda depressione. Fece il servizio militare e continuò a campare grazie ad alcuni lavoretti saltuari. Nel 2007 fu arrestato durante un tentativo di furto di alcuni rilevatori di fumo: stava provando di nuovo a portare a termine il suo esperimento! Il tribunale lo condannò a 90 giorni di reclusione e il ragazzo morì il 27 settembre 2016 a soli 39 anni. Secondo il padre la causa della sua morte fu da ricondurre all’intossicazione da alcool di cui ormai era dipendente da anni.

Una storia unica e dal finale triste, ma decisamente curiosa per un esperimento che, sicuramente, è stato meglio non aver visto in funzione. Resta comunque la parziale impresa di un ragazzo qualunque che voleva inseguire il proprio sogno.

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Francesco Ferri

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