fbpx Nasconde la sua sieropositività e provoca la morte della compagna, chiesta la condanna
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Nasconde la sua sieropositività e provoca la morte della compagna, chiesta la condanna

di Redazione NCI

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Messina, è giunto il giorno della richiesta di condanna relativa al processo per l’avvocato messinese deceduta a causa della sua sieropositività al virus dell’HIV (generante l’AIDS). Secondo i giudici e le ricerche adoperate sul caso, Il compagno di lei l’avrebbe indotta alla morte, consumando un rapporto sessuale con la donna, durante il quale sarebbe avvenuta la trasmissione dell’agente patogeno. Dal corpo dell’uomo a quello della donna. La colpa più grave di lui sarebbe la totale omissione del suo particolare stato di salute. Oltre che la trascuranza rivolta alla pericolosità stessa dell’atto che i due hanno attuato.

L’ipotesi della condanna, quanti anni per la mancata comunicazione della sieropositività?

Stamane il Pubblico Ministero Roberto Conte ha dato ragione all’Accusa, la quale, avrebbe dimostrato la responsabilità piena del 57enne messinese. La rimostranza della parte tacciatoria ha goduto del supporto delle testimonianze e di alcuni riscontri documentali prodotti. La decisione finale riguardo la pena però verrà presa in data 4 gennaio, dalla Corte e dalla sua rappresentanza, simboleggiata dalla persona del presidente Micali. Lo scenario più probabile indica che a Luigi De Domenico, parte incriminata del processo, verranno assegnati 25 anni di reclusione e contestato il reato di omicidio colposo. L’avvocato Carlo Autru, difenderà il presunto untore, mentre la parte legale dei familiari della vittima sarà recitata dalla coppia Bonaventura Candido ed Elena Montalbano.Sieropositività

Le responsabilità dei medici, l’ex avvocato sarebbe ancora potuta essere viva?

La dipartita della donna ha fatto seguito a un lungo calvario. Questo perché la reale causa dei suoi disturbi le venne diagnosticata troppo tardi, quando le era ormai impossibile curarsi a dovere. Per tale ragione, l’inadatto trattamento terapeutico da parte della struttura ospedaliera d’assistenza sarà oggetto d’indagine del prossimo processo correlato alla morte della paziente. L’accusa è in particolar modo rivolta a tre medici che visitarono la donna senza richiedere gli accertamenti necessari malgrado la presenza di sintomi evidenti.

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di Gabriele Nostro

 

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