polizia Capri (@Shutterstock)
Un ragazzo di 23 anni è stato arrestato per l’undicesima volta, sempre per la stessa tipologia di reato. Il giovane ha compiuto la cosiddetta “truffa del finto maresciallo” ai danni di una donna di 67 anni di Forio d’Ischia, nel Napoletano.
Il 23enne di Secondigliano, in provincia di Napoli, ha tentato una truffa nell’isola d’Ischia, ai danni di una donna di 67 anni. Quest’ultima, grazie alla campagna di prevenzione dei carabinieri, è stata in grado di capire di essere stata coinvolta in un tentativo di truffa. È riuscita a sventare il colpo quando aveva già preparato il denaro e i gioielli. Il ragazzo di 23 anni, dopo essere stato scoperto, si è subito dato alla fuga.
I carabinieri sono riusciti a ricostruire un identikit del truffatore e i militari sono riusciti a bloccare il 23enne all’ imbarco degli aliscafi.
Nello smartphone del 23enne sono stati ritrovati due screenshot. Un articolo online con il titolo “Sta carica la signora”, che parlava della truffa di un’anziana donna, sempre di Ischia, per il cui crimine era stato arrestato un 16enne di Melito. L’altra immagine era la cartografia di Google Maps del centro urbano di Forio.
Per la donna di 67 è stato necessario un controllo in ospedale, con una prognosi di otto giorni per uno “stato ansioso non specificato” oltre che per “ipertensione essenziale benigna, contusione del ginocchio e contusione del braccio superiore“. Queste ultime sono dovute al fatto che la donna ha sbattuto la porta d’ingresso, non appena accortasi dell’inganno, nelle fasi più concitate della truffa.
La truffa del maresciallo consiste in chiamate, spesso ai danni di persone anziane, in cui il truffatore si finge un carabiniere, o comunque un membro delle forze dell’ordine. Per telefono si comunica alla vittima che un suo parente è in stato d’arresto. Dopodiché affermano che un collega si recherà a casa della vittima, per ritirare una somma di denaro, necessaria per avviare delle pratiche.
Spesso a rendersi colpevoli di tali truffe sono dei gruppi di persone. In questo caso, ci può anche essere qualcuno che si finge il parente della vittima coinvolta.
Scritto da: Gaia Cobelli
Fonti: tgocom24, Il Messaggero, Alto Adige
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