di Gabriele Nostro
“Old Master” è un’opera realizzata dall’artista catalano Oriol Vilanova. La creazione si presenta a un primo sguardo come una semplice giacca blu, al cui interno, si nota con una seconda occhiata, riversa il vero senso del suo carattere artistico. Nelle tasche dell’indumento infatti è possibile rinvenire una lunga serie di cartoline da sfogliare, che l’autore ha collezionato per 15 lunghi anni. Ecco qui che il complesso di oggetti assume il suo motivo di genio e le sue sembianze di rappresentazione curata, rara e particolarmente ideata.
La produzione, riporta il Corriere della Sera, esposta nell’ambito di una retrospettiva di artisti contemporanei al Museo Picasso di Parigi, era scomparsa lo scorso 8 marzo in circostanze allora ancora da chiarire. Per questo, fino a ieri, sulla parete bianca della galleria vi era unicamente un triste gancio e, accanto allo stesso, un’altrettanto malinconica targhetta con il titolo dell’opera, la sua data e il nome del suo autore.
Furto al Museo di Picasso, la strana storia
L’allarme al momento della scomparsa non è suonato (l’opera è, per volere del suo autore, “manipolabile” da parte del pubblico), ma le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tutto. La registrazione, visionata dagli agenti al momento dell’investigazione, ha catturato una signora anziana in flagranza di reato. Si è visto che la donna, dopo aver guardato con attenzione il “vestito”, si è allungata verso il gancio e, con assoluta spensieratezza, dopo aver ripiegato “l’indumento”, l’ha infilato nella borsa per poi avviarsi verso l’uscita. Una volta a casa, l’anziana avrebbe portato dalla sarta la sua nuova giacca per farla accorciare di una trentina di centimetri. Tutto ciò senza la minima idea di cosa avesse davvero per le mani.
La “cattura”
Così, serena e convinta di averla fatta franca, la donna si è rifatta viva al Museo a distanza di 15 giorni; sicura, più che speranzosa, che il breve lasso di tempo trascorso avrebbe fatto dimenticare a tutti del furto commesso. Gli agenti di sorveglianza però, non appena hanno riconosciuto nella signora la faccia della ladra, hanno deciso di fermarla per porle qualche domanda. Così, a seguito di un breve interrogatorio, si è finalmente potuta ottenere la verità. “Mai si sarebbe permessa di rubare un’opera d’arte“, ha affermato la fautrice della delinquenza, dovendo, una volta messa alle strette, giustificare la malefatta. Semplicemente non aveva pensato che fosse un pezzo del museo e non credeva di star facendo troppo male, avrebbe confessato la donna, nella cui casa infine è stata ritrovata “Old Masters”.
Nonostante tutto sembrerebbe che la 72enne se la sia cavata discretamente bene, dato che a lei sarebbe stato rivolto unicamente un “richiamo”. La conseguenza, sottolinea una fonte vicina al caso, non risulterebbe in nulla di concreto soprattutto perché la donna non sarebbe nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.
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di Gabriele Nostro
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