Inghilterra–Iran è stata, per il momento, una delle partite più belle e divertenti di questi Mondiali, per quanto siano appena iniziati; terminata per sei reti a due, abbiamo assistito a tanti gol e soprattutto a qualche particolarità davvero interessante. La sfida tra gli inglesi e i medio-orientali infatti, ha suscitato scalpore tra gli appassionati per alcune scelte arbitrali e delle statistiche a dir poco inaspettate. Andiamo però a chiarire a cosa ci riferiamo!
La sfida valida per il Gruppo B dei Mondiali in Qatar ha fatto il giro del web per l’enorme ammontare di minuti di recupero assegnati dalla squadra arbitrale; sono stati ventisette i giri di orologio giocati dalle due squadre, in aggiunta a quelli regolamentari nel primo e nel secondo tempo. Ma quali sono le cause? La principale è il lungo stop nel primo tempo, dovuto ad un duro scontro tra il portiere iraniano Beiranvand e il difensore Majid Hosseini, in area di rigore, che ha tenuto il primo a terra per diverso tempo.
Questa “rivoluzione” della gestione del tempo da parte degli arbitri potrebbe quindi rappresentare una nuova era nel mondo del calcio. Mentre un’alta percentuale di tifosi invoca all’utilizzo del tempo effettivo, la soluzione di recuperare i minuti potrebbe risolvere il problema senza bisogno di apportare modifiche al regolamento.
La brutta sconfitta per l’Iran, per quanto pesante, ha riservato ai medio-orientali dei buoni spunti per questi Mondiali. Innanzitutto, per la prima volta nella storia la Team Melli è riuscita a mettere a segno più di un gol contro una squadra europea a un Mondiale. La sfortuna degli iraniani contro le Nazionali del Vecchio Continente però non cambia; nelle campagne precedenti (1978, 1998, 2006, 2014, 2018 e 2022), la selezione non ha mai battuto una compagine europea, raccogliendo due pareggi e sei sconfitte…
Di grande rilevanza è anche stato il gesto dei giocatori e dei tifosi iraniani nel pre-partita, dove mentre risuonava l’inno Nazionale hanno scelto di non cantare in segno di protesta verso il proprio Governo. La protesta ha come oggetto il rispetto dei diritti umani da parte del regime che governa il Paese; di recente infatti, una ragazza manifestante sarebbe deceduta dopo il suo arresto, poiché aveva violato le regole islamiche che impongono alle donne l’obbligo di indossare il velo [Sky Sport].
Nonostante tutto comunque, la Nazionale allenata da Queiroz ha mostrato tanta voglia di regalare spettacolo e tanta determinazione in campo, oltre alla grande solidarietà nei confronti delle vittime della violazione dei diritti umani, non solo in Iran ma in tutto il mondo.
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