di Timothy Cristian Belosi
Il sogno di ogni calciatore è quello di rappresentare il proprio Paese e vestire la maglia della Nazionale durante i Mondiali. Nel corso della storia sono stati numerosi i giocatori che hanno scelto di cambiare la propria nazionalità, chi per motivi patriottici e chi per cercare un minutaggio maggiore. Questo è possibile visto che il regolamento della FIFA permette ai giocatori di essere convocati da una selezione diversa da quella in cui si milita.
Per ottenere questo scambio sono necessarie alcune condizioni. Il giocatore deve essere già in possesso del passaporto della nuova nazione rappresentante, oppure avere un nonno o il padre nato in quello Stato. Inoltre, il giocatore non può aver partecipato a più di tre partite con la vecchia Nazionale e devono essere trascorsi altrettanti anni dall’ultima gara disputata. Andiamo a scoprire alcuni di questi casi particolari…
José Altafini: dalla Seleção agli Azzurri
José João Altafini è un ex giocatore brasiliano, naturalizzato italiano, con un vincente trascorso in Serie A. Viene ricordato per aver indossato le divise di Milan, Napoli e Juventus e i suoi primi passi in Brasile nel Palmeiras. La sua prima apparizione con la Nazionale verdeoro risale al giugno 1957 contro il Portogallo, in cui segna subito un goal. Il mese successivo arriva la convocazione per disputare la Copa Roca contro l’Argentina, riuscendo a vincere il trofeo accompagnato da un giovane Pelé. Le ottime prestazioni gli valgono la possibilità di giocare il suo primo Mondiale, quello del ‘58 in Svezia, quando ha solo 19 anni. La competizione inizia nei migliori dei modi, firmando una doppietta alla prima partita contro l’Austria.
Tuttavia, un infortunio durante l’incontro con l’Inghilterra lo costringe ai box fino ai quarti di finale. Una volta rientrato contro il Galles non trova più lo spazio dei primi match, tanto da dover festeggiare la vittoria del torneo dalla panchina. Lo stesso anno si trasferisce in Italia perdendo così il posto nella Seleção dato che il regolamento dell’epoca obbligava di schierare solamente giocatori del campionato brasiliano. Una volta ottenuto il riconoscimento come cittadino italiano viene chiamato a vestire la maglia degli Azzurri e quindi convocato per i successivi Mondiali in Cile. Con la Nazionale gioca solamente 6 partite, durante le quali mette a segno cinque reti, terminando la sua avventura con la selezione italiana a soli 24 anni.
Il “tradimento” di Diego Costa prima dei Mondiali in Brasile
Diego Da Silva Costa, noto semplicemente come Diego Costa, è un attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo che milita nel Wolverhampton. La sua avventura con la Nazionale brasiliana inizia nel 2013 quando viene convocato nel mese di marzo da Felipe Scolari per svolgere due amichevoli, contro Italia e Russia. Dopo soli quattro mesi, Costa decide di richiedere il passaporto spagnolo dato che aveva vissuto in Spagna per 5 anni. Il tecnico del Brasile è sconvolto, tanto da accusarlo di aver tradito i brasiliani.
Arrivato settembre, le Furie Rosse si attivano e fanno domanda alla FIFA per poter convocare nella rosa spagnola il neo connazionale. L’anno successivo, l’attaccante vola in Brasile per disputare i Mondiali 2014, ma vestendo la casacca della Spagna; la competizione risulta essere una delusione totale, con la squadra già eliminata dopo i primi due incontri della fase a gironi. Fino ad oggi, Diego Costa ha ottenuto 24 presenze tra le varie competizioni internazionali, segnando ben 10 reti.
Il caso mediatico di Declan Rice e la Nazionale irlandese
Nato a Londra il 14 gennaio 1999, Declan Rice decide di giocare nelle under dell‘Irlanda sfruttando la doppia cittadinanza ottenuta per le origini dei nonni. Con la Nazionale irlandese percorre tutte le categorie minori fino a raggiungere la convocazione in prima squadra per ben tre volte, tutte in amichevole. Nel 2018 l’Inghilterra inizia a muovere i primi passi per convincere Rice ad indossare la casacca dei Tre Leoni; questo comportamento però infastidisce il tecnico irlandese che decide di escluderlo dalla lista dei convocati. Una volta dimesso O’Neil, subentra McCarthy, che tenta invano di ricucire i rapporti con il centrocampista offrendogli la fascia da capitano. Rifiutata la proposta dell’Irlanda, si candida per una eventuale convocazione inglese che arriva nel 2019, in vista delle qualificazioni a EURO 2020. Ha quindi inizio la sua avventura nella nuova squadra con cui ha già disputato fino ad ora due Nations League, un Europeo ed i Mondiali in Qatar.
Alfredo Di Stéfano e i Mondiali mai raggiunti…
C’è invece chi non ha giocato per due Nazionali ma bensì… tre! È il caso di Alfredo Di Stéfano, giocatore argentino naturalizzato spagnolo, considerato tra i più grandi calciatori della storia. Il ricordo di Di Stéfano è principalmente legato ai successi ottenuti con il Real Madrid, di cui oggi è una leggenda. Con l’Albiceleste l’attaccante argentino ha giocato solamente 6 partite, tutte nello stesso anno. Esordisce nel 1947, allora 21enne, contribuendo alla vittoria della Coppa America grazie alle 6 reti segnate. Nel 1950 l’Argentina decide di non prendere parte alla Coppa del Mondo in Brasile, facendo sfumare la prima occasione di Di Stefano di parteciparvi. Nel frattempo, il calciatore ha trascorso un anno in Colombia. Durante questa parentesi in prestito aveva giocato 4 partite con la formazione Nazionale Colombia XI, composta dai migliori giocatori del campionato. Gli incontri però non vengono riconosciuti dalla FIFA in maniera ufficiale.
Nel 1954 inizia le pratiche per ottenere la cittadinanza spagnola, cercando di giocare i mondiali con la Spagna. Il passaggio richiede più tempo del previsto e Di Stéfano non riesce a essere disponibile per la convocazione delle Furie Rosse. Due anni dopo ottiene la nazionalità spagnola, facendo il suo esordio nel 1957 contro i Paesi Bassi. Nonostante gli sforzi compiuti, la squadra non supera i turni di qualificazione per i Mondiali dell’anno successivo. Con l’edizione del 1962 arriva finalmente il turno della Nazionale iberica, qualificata per volare in Cile. Dopo una lunga attesa è un infortunio muscolare che lo costringe a restare fuori dalla selezione spagnola. Termina così il suo sogno di disputare la massima competizione internazionale. L’attaccante si ritira dalle nazionali con un bottino di 6 goal con l’Argentina e 23 reti con la Spagna. Chissà cosa avrebbe potuto fare durante i Mondiali…
Ferenc Puskás: la leggenda ungherese… con una parentesi spagnola
Il miglior giocatore ungherese e uno dei calciatori più prolifici della storia del calcio. Ecco come viene presentato Ferenc Puskás, attaccante nato a Budapest nel 1927. Nel corso della sua carriera è riuscito a superare il traguardo delle 700 reti tra club e nazionale. Il suo debutto per l’Ungheria avviene all’età di 18 anni, quando gioca un’amichevole contro l’Austria, mettendo a segno anche un goal. Nonostante sia ancora molto giovane, instaura subito un gran rapporto con i suoi compagni di Nazionale, creando la celebre squadra d’oro rimasta imbattuta per 31 partite consecutive.
È proprio con questa formazione leggendaria che partecipa alle Olimpiadi del 1952 a Helsinki con la fascia da capitano. La Nazionale ungherese si laurea campione olimpica, senza perdere nessuna partita e subendo solo 2 goal a fronte delle 20 reti segnate. Puskás continua la sua carriera con la selezione dell’Ungheria fino 1956, ritirandosi dopo aver stabilito il record ungherese e mondiale di 84 goal in 85 presenze (Ricordiamo che nel 2018 è Cristiano Ronaldo a migliorare il record, alzando momentaneamente l’asticella a 117 goal). All’età di 34 anni l’attaccante ungherese ottiene la nazionalità spagnola, ricevendo immediatamente la convocazione per giocare con la Spagna. L’avventura iberica termina quasi subito, decide infatti di ritirarsi dalle Furie Rosse l’anno successivo dopo quattro presenze.
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