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Medici in fuga: entro 5 anni più di 100.000 professionisti lasceranno il Sistema Sanitario Nazionale

di Francesco Ferri

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Non si ferma l’esodo dei medici italiani in fuga dal Sistema Sanitario Nazionale. Il settore era già in crisi, nonostante la pandemia di Covid-19 che avrebbe potuto portare, come unico risvolto positivo, l’impiego di molti più professionisti della sanità. Invece secondo le stime del FNOMCEO, ossia la “Federazione ordini dei medici chirurgi e degli odontoiatri“, nei prossimi 5 anni sarebbero più di centomila i medici pronti ad abbandonare il proprio posto, fra dimissioni e pensionamenti.

I motivi di questo esodo

Questa vera e propria fuga di cervelli dal nostro SSN sarebbe da imputare a diverse motivazioni: banalmente parlando in primis per motivi di età, sono decine di migliaia i medici che nei prossimi anni andranno in pensione. Questi inevitabilmente lasceranno dei posti scoperti. Un’altra grande fetta di medici, invece, si sta allontanando per dimissioni volontarie. Già migliaia hanno rassegnato le proprie e le stime non sono particolarmente rosee per il futuro. La denuncia da parte della Federazione vuole sottolineare i tagli continui che vengono applicati alla sanità. La chiusura di ospedali statali, il blocco delle nuove assunzioni e una situazione lavorativa generale decisamente pessima, rischiano di allontanare sempre più medici da svolgere la propria professione.

Medici “invisibili”

Proprio per contrastare questa tendenza la Federazione ha creato uno spot diffuso sui principali canali social. Quest’ultimo è stato creato per sensibilizzare riguardo alla carenza di personale, alle strutture antiquate e alle attrezzature non adatte. I medici si sentono “invisibili” agli occhi dello Stato, soprattutto dopo essere stati elogiati come “eroi in trincea” durante il clou della pandemia. Ma non solo. Anche gli stipendi inadeguati sarebbero motivo di forti contrasti. Secondo uno studio condotto da Sumai Assoprof, il “Sindacato unico medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell’area sanitaria” l’Italia è il terzultimo paese in Europa per remunerazione dei camici bianchi. Tutte situazioni decisamente negative che rischiano di aggravare la crisi, di qui a pochi anni, nel settore della sanità.

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