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Mary Celeste: il tragico mistero dell’equipaggio scomparso, tra alieni, piovre e alcool

di Lorenzo Peratoner

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La rubrica dei misteri targata NCI torna a salpare nelle acque dell’ignoto con un caso ancora aperto, su cui tanto si è speculato e scritto, ma nessuna ipotesi risulta ancora del tutto certa. Come sempre accade per eventi simili, l’immaginazione dell’uomo si spinge fino a speculare l’intervento degli alieni o di agenti soprannaturali; tuttavia, cercheremo di presentare le tesi più ragionevoli e maggiormente condivise, per quanto meno affascinanti di un tunnel spazio-temporale che ingloba l’intero equipaggio della “Mary Celeste”!

Prepariamo gli ormeggi e salpiamo per un viaggio nella storia di questo celebre brigantino e nelle ricostruzioni dell’evento che l’hanno reso tristemente celebre.

Da “Amazon” a “Mary Celeste”: una nave segnata dalla sventura?

L’evento misterioso di cui tratteremo avvenne nel 1872, quando la nave già si chiamava “Mary Celeste“; tuttavia il suo primo nome di battesimo fu quello di “Amazon“, quando venne varata nel maggio del 1861. Frutto del duro lavoro da parte di una piccola comunità della Nuova Scozia, il loro orgoglioso brigantino fu già in partenza vittima di diverse sventure: capitani morti, scontri con altre navi, incendi, riparazioni; il colpo di grazia sembrava essersi concretizzato nel 1867 quando “Amazon” si arenò durante una tempesta.

La nave “maledetta” fu tuttavia salvata e venduta a un armatore newyorkese; da questo momento quindi cambiò la sua nazionalità e il suo nome, convertendosi in “Mary Celeste“. Il neo-ribattezzato brigantino, sotto proprietari americani, venne da quel momento utilizzato per commerciare tra l’Atlantico e l’Adriatico. È proprio in questa rotta transoceanica che entra in gioco uno dei più grandi misteri irrisolti della storia navale.

 

Brigantino (@Shutterstock)

La misteriosa scomparsa dell’equipaggio

Era il 7 novembre 1872, per la “Mary Celeste” si prospettava un viaggio tranquillo da Staten Island fino a Genova, per una consegna di un carico di 1701 barili di alcool denaturato. A bordo del brigantino erano presenti dieci persone: il capitano (Benjamin Briggs), la moglie (Sarah E. Briggs), la figlia di due anni (Sophia Matilda) e sette marinai.

Circa un mese dopo un’altra nave, la “Dei Gratia“, stava viaggiando a est delle isole Azzorre, quando si imbatté nella “Mary Celeste“. Il capitano della “Dei Gratia“, David Morehouse, conosceva Benjamin Briggs, pertanto urlò il suo nome per chiamare la sua attenzione. Nessuno, tuttavia, rispose.

I marinai della “Dei Gratia” notarono che la vela maestra era ammainata, mentre le vele superiori erano in pessimo stato. Comprendendo quindi che il brigantino era alla deriva, alcuni di questi salirono a bordo per controllare lo stato interno della nave e vedere se era ancora presente qualche membro dell’equipaggio.

L’imbarcazione si presentava in condizioni discrete, sebbene nella stiva si fosse accumulato un metro d’acqua. Il carico di 1701 barili era ancora integro, così come l’abbondante scorta di acqua e cibo, mentre il letto del comandante Briggs era disfatto con i vestiti messi alla rinfusa. Gli elementi che tuttavia destavano dei sospetti erano i seguenti: la mancanza di una scialuppa di salvataggio, così come degli strumenti di navigazione; tuttavia gli oggetti personali erano al loro posto. Questi indizi ci torneranno utili alla fine, quando analizzeremo una delle ipotesi più accreditate.

Le ultime annotazioni del diario di bordo, invece, risalivano al 25 novembre, e segnalavano la presenza di forti venti e l’avvistamento di Santa Maria delle Azzorre.

 

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