di Timothy Cristian Belosi
Affrontare una maratona non è mai cosa semplice. Percorrere una così lunga distanza correndo richiede una grande preparazione e tanto sforzo. Tra i partecipanti di questi eventi si nascondono purtroppo anche quelle persone che si credono più furbe, tagliando il percorso facendo uso di mezzi non ammessi. Gesti di questo genere sono stati rilevati anche quest’estate in Messico, nel corso della maratona che si svolgeva nella capitale del Paese.
Fermati 11mila furbetti grazie al tracking della maratona
Come ogni anno a Città del Messico si è tenuta la 31esima edizione della maratona cittadina, richiamando atleti da tutto il mondo. Quest’anno la manifestazione contava 30mila partecipanti pronti per affrontare i 42km di corsa. Tra di loro però si nascondevano i cosiddetti «furbetti» che vogliono rendersi la vita più facile. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, erano ben 11mila gli atleti che hanno tagliato il percorso tramite mezzi pubblici o privati. A segnalare tutte queste irregolarità sono stati sia alcuni testimoni che i track data della maratona, strumenti tecnologici che hanno permesso di evidenziare chi seguiva percorsi anomali. Questi macchinari certificavano il passaggio dei partecipanti ogni 5km, permettendo così alla direzione di scovare chi saliva sui veicoli per guadagnare tempo.
Una continua lotta contro l’antisportività
L’organizzazione sta lottando contro questi atteggiamenti antisportivi già da qualche anno, quando si sono verificati i primi casi. Nel 2018 durante l’evento vennero squalificati 3mila concorrenti, mentre l’anno precedente si contavano addirittura il doppio. Il caso di Città del Messico non è il primo caso di imbrogli ad una maratona ma purtroppo c’è il rischio che non sarà nemmeno l’ultimo. Sempre nel 2018 in Cina sono stati segnalati tentativi di tagliare il percorso durante la mezza maratona di Shentzhen. In quel caso sono soltanto 250 (su 16mila) partecipanti ad essere colti in flagrante dalle telecamere del traffico mentre tagliavano qualche paio di chilometri. Anche l’Italia è stata coinvolta da questi scandali nello stesso anno, quando a Londra un corridore italiano aveva saltato ben 16 chilometri. Ed è proprio per evitare che vengano continuamente ripetuti episodi simili che le organizzazioni di queste competizioni devono fare sempre più utilizzo di chip tecnologici.
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