di Giorgio Stanga
Nella mattinata di venerdì 22 marzo, come riportato da diverse testate giornalistiche, tra cui TGCOM24, una scossa di terremoto è stata registrata nell’Adriatico. L’epicentro ha avuto luogo a 64 chilometri di profondità, a circa 50 chilometri dall’Isola Greca di Corfù.
La scossa è stata avvertita in diverse città della Puglia tra cui: Lecce, Ostuni, Nardò, Nociglia, Leverano, Cerfignano, Minervino di Lecce, San Cassiano, Alezio, Gallipoli.
Fortunatamente, non si segnalano danni a persone o cose.
Un evento ricorrente degli ultimi giorni
Questa zona dello Ionio, non è nuova, soprattutto negli ultimi giorni, a scosse di terremoto (più o meno forti). In particolare, tre se ne segnalano, avvenute negli scorsi giorni:
- Mercoledì 20 marzo, alle ore 6:19, una scossa di terremoto di magnitudo 3.8;
- Mercoledì 20 marzo, alle ore 3:34, una seconda scossa di terremoto di magnitudo 3.5;
- Lunedì 18 marzo, alle ore 00:47, una scossa di terremoto di magnitudo di 2.2.
Fortunatamente, anche in questi casi, nessun danno a persone o cose è stato registrato. Anzi, il dato del magnitudo, non ha preoccupato gli esperti. Per fare un paragone, la scossa di maggior rilievo avvenuta in queste zone risale al 1743, quando si registrò una scossa di terremoto di magnitudo di 6.5.
Oltre a queste citate, altre scosse sono state percepite in Puglia: nella notte del 14 marzo, per esempio, si è registrato un forte terremoto in Montenegro, al confine con la Bosnia. I dati riportati parlano di una scossa di magnitudo 5.5, verificatasi alle ore 3:06 locali, ovvero 4:06 italiane.
L’epicentro è stato registrato in una zona disabitata a 5 chilometri di Carodje, 3o da Niksic (Montenegro) e a 25 da Bileca (Bosnia). Anche in questo caso, fortunatamente, non si sono registrati danni a persone o cose. Ciò che però allarma è la continuità con cui tali eventi si verificano, anche a distanza di poco tempo l’uno dall’altro.
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