Disponibile su Netflix dal 20 maggio, “LOVE DEATH + ROBOTS” ritorna con 9 nuovi episodi. La serie è prodotta da Tim Miller e David Fincher.
Dopo una seconda stagione altisonante e breve arrivata lo scorso anno, “LOVE DEATH + ROBOTS” ritorna sui nostri schermi con nuovi episodi e pronta a rimediare agli errori del passato. A differenza della stagione precedente, questa presenta più stili di animazione differenti e per la prima volta un seguito di un episodio passato. Da segnalare il secondo episodio della nuova stagione diretto da David Fincher, alla sua prima volta con un prodotto animato.
La nuova stagione di “LOVE DEATH + ROBOTS” presenta per la prima volta un sequel. Infatti il Volume 3 della serie antologica si apre con “Tre Robot: Strategie d’uscita”. I simpatici robot abitanti di una Terra dove l’umanità è estinta, ritornano in una nuova storia dissacrante, dove i tre si rivelano più umani degli stessi abitanti dell’ormai desolato pianeta. Subito dopo questo gradito ritorno, troviamo “Un brutto viaggio”.
Diretto da David Fincher alla sua prima volta da regista di un prodotto animato, la serie porta al suo interno un nuovo racconto che mescola classici della letteratura come “Moby Dick” alla fantascienza pura. Grazie a questo episodio infatti, ci troviamo davanti ad un vero e proprio ritorno alle origini per la serie antologica. Ma a riportare la serie al livello della prima stagione sono il terzo e il nono episodio intitolati rispettivamente “La pulsazione della macchina” e “Jibaro”.
Se i racconti presentati nella terza stagione di “LOVE DEATH + ROBOTS” sono nuovi, non si può dire dei suoi temi. La serie infatti come sempre mette al centro di tutto storie dove regnano l’amore, la morte e i robot. Molto spesso questi elementi sono presenti insieme in un unico episodio e altre volte decisamente meno. Ma nonostante questo, la serie in determinati episodi si spinge oltre i temi cardini che fanno da titolo al progetto antologico.
Prendendo in considerazione “La pulsazione della macchina”, l’episodio non tratta di robot, ma prende i concetti di amore e morte elevandoli al quadrato con una profondità che ha contraddistinto la prima stagione. Inoltre il tema della morte viene affrontato in altri episodi come mezzo di sopravvivenza o punizione. Questo è evidente rispettivamente in “Un brutto viaggio e “Jibaro”. Senza cadere nello spoiler, il tema viene esposto in modo approfondito e inedito, rendendo di fatto la narrazione di questi episodi intrigante e profonda.
Se vi abbiamo parlato brevemente degli episodi più profondi e migliori di questa nuova stagione di “LOVE DEATH + ROBOTS” , adesso parliamo degli episodi più irriverenti della serie. “La notte dei mini morti viventi”, “Morte allo squadrone della morte” e “Mason e i ratti”, sono i tre episodi insieme al primo, ad essere i più divertenti della terza stagione. Tre stili differenti di animazione (ritorneremo successivamente su questo punto), vengono utilizzati per poter raccontare storie diverse tra loro, ma accomunate dai temi cardine della serie.
Non è oro tutto quello che luccica però, perché nonostante il comparto tecnico di qualità, alcuni episodi della serie non sono soddisfacenti. Stiamo parlando di “Sciame” e “Sepolti in sale e volta”. Oltre a ricordare alcuni episodi precedenti, questi presentano un comparto narrativo inferiore rispetto al resto di questo Volume 3, presentando anche delle conclusioni incomplete. Nonostante questo però, la nuova stagione non perde il suo fascino e si presenta come un prodotto più variegato e imprevedibile rispetto agli episodi passati.
Come da tradizione, “LOVE DEATH + ROBOTS” presenta allo spettatore le sue storie con uno stile di animazione differente tra loro. A differenza di stagione 2, questa volta lo spettatore si ritrova davanti ad episodi con animazioni differenti. Uno dei problemi maggiori di Volume 2 era la presenza prevalente di episodi che utilizzavano una CGI fotorealistica, rendendo il confine tra finzione e realtà labile. Rimediando ai propri errori, questa terza stagione mette in mostra stili differenti e alcuni inediti come per “Morte allo squadrone della morte”.
“Jibaro” e “La pulsazione della macchina” riportano all’interno della serie stili di animazione già visti nella prima stagione, rendendo di fatto questo nuovo ciclo di racconti più variegato sotto questo punto di vista. Inoltre gli episodi in CGI presenti in questa stagione, si mostrano decisamente efficaci e al limite del realismo. Su tutti spicca il lavoro fatto da Blur Studio nel secondo e nel nono e ultimo episodio. La regia e la direzione artistica è ottima per tutta la stagione, offrendo allo spettatore un prodotto visivamente ottimo.
“LOVE DEATH + ROBOTS” ritorna con una stagione di gran lunga superiore rispetto alla seconda arrivata lo scorso anno. Con episodi differenti tra loro sotto ogni punto di vista, la serie tratta i suoi temi cardine in modo maturo, crudo e irriverente. Dal punto di vista tecnico, le animazioni di tutti gli episodi sorprendono per la loro qualità visiva. Mentre le storie presentate allo spettatore non sono completamente riuscite. Se abbiamo dei picchi di qualità presentati da “La pulsazione della macchina”, “Un brutto viaggio e “Jibaro”, dall’altra abbiamo “Sciame” e “Sepolti in sale e volta” decisamente inferiori rispetto al resto dei 7 episodi mostrati. Il giudizio complessivo di questa nuova stagione di “LOVE DEATH + ROBOTS” è decisamente buono.
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