L’escalation che sta caratterizzando l’Europa dell’est non fa che crescere, e con essa crescono le preoccupazioni del mondo intero. Al di là di ogni divisione di sorta, che sia geografica o che sia politica, il timore sta accomunando tutti.
Ad essere preoccupato è anche il Ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, che si è recentemente unito ad una campagna di sensibilizzazione pro-pace nata sui social. Hanno aderito al tam-tam mediatico personalità dell’intero mondo dell’informazione e della politica, influencer, giornalisti freelance e Ministri. Tutti, a vario titolo, hanno scelto di dare il proprio contributo nella ricerca della pace. E anche una figura schierata in primo piano come il ministro Reznikov ha voluto far sentire la propria voce.
Sul suo profilo Twitter, il Ministro della Difesa ucraino ha pubblicato un post a dir poco curioso. Esistono molti modi per cercare la pace; c’è la strada del dialogo, ad esempio. Esistono poi vie più tortuose come quella della riconciliazione, del perdono, dell’incontro o addirittura della cooperazione. E poi c’è Battlefield 3.
Giunti a questo punto della lettura lo sbigottimento sarà palpabile, ce ne rendiamo conto. A volte, però, l’unico modo per raccontare un fatto assurdo è descriverlo per quel che è. Il Ministro Reznikov, nell’ottica di “cercare la pace”, ha postato un’immagine contenente quella che chiaramente è la copertina di Battlefield 3. Certo, la copertina in questione è stata opportunamente modificata per porre in risalto il volto del soldato americano. Ma comunque sia, quella resta la copertina del capolavoro DICE, e chiunque sarebbe in grado di riconoscerla.
Ad accompagnare la curiosa immagine, c’è un breve testo dal contenuto che, più che sapere di pace, sa di monito. “Tutti quelli che guarderanno i nostri soldati negli occhi lo sapranno: l’aggressore non prenderà Kiev, Odessa, Kharkiv o qualunque altra città”; non si tratta esattamente di una lettera d’amore. Si potrebbe discutere a lungo circa l’intento del Tweet, dibattendo tra ricerca della pace e propaganda anti-invasione. Questo però, non eliminerebbe una cosa.
Nulla riuscirebbe a spazzare via quella patina di surrealismo che certi contenuti, caricati da certe persone, in certi contesti, va a creare; perché come si dice, “esistono situazioni che non esistono”. Vi sono dei momenti in cui la nostra capacità di discernimento va in pezzi, si infrange contro la paura e la tensione di quel che sta accadendo. E così, si resta fermi a chiedersi: “Devo ridere o piangere?”.
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