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L’Italia inizierà a pagare il gas in Rubli?

di Enrico Tiberio Romano

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Nonostante inizialmente il mondo sembrasse fare fronte comune contro la Russia, la situazione, per necessità, sta cambiando per diversi paesi. Quattro acquirenti europei hanno già pagato in Rubli il gas di Gazprom e dieci hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale.

Eni e l’Italia ci pensano

La Russia di Vladimir Putin sembra irremovibile sulla decisione di far pagare il suo gas in rubli. Una contromossa forse necessaria dopo le sanzioni imposte dall’Occidente per via della guerra in Ucraina.

Secondo l’agenzia Bloomberg, sarebbero già dieci le società europee che hanno aperto un doppio conto corrente presso la banca russa Gazprombank, uno in euro e uno in rubli. Questa sembra l’unica via per continuare ad usufruire delle forniture senza incorrere in problemi. Già Polonia e Bulgaria, rifiutatesi di erogare pagamenti in moneta russa, hanno visto le proprie forniture chiudersi, come riportato anche da Skytg24

Gazprom

Gazprom (@Shutterstock)

La stampa  in data odierna riporta che, anche l’italiana Eni si starebbe preparando ad aprire il doppio conto corrente, in attesa di indicazioni più chiare dal governo e dall’Ue.

Lasciare il paese senza le forniture di gas sarebbe un problema, come facilmente intuibile, di non poco conto. L’Italia ha fatto poco o nulla nel cercare un’indipendenza energetica e, alternative moderne e disponibili da subito al gas russo non paiono esserci.

Il Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen ha preso una posizione forte in merito al pagamento del gas in Rubli. Sempre Bloomberg riporta le sue parole: “Pagare il gas in rubli rappresenta una violazione delle sanzioni e le aziende che cedono alle richieste russe vanno incontro a questo rischio”.

Questa mancanza di coesione nel fronte Occidentale, in merito ai pagamenti, è sicuramente quanto auspicato dal Cremlino. Le mosse di Putin ad oggi sembrano quelle di utilizzare il gas per dividere il vecchio continente e, sostanzialmente, attendere ulteriori pagamenti in moneta nazionale.

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