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Licantropus, la recensione: al via la caccia al mostro

di Filippo D'Agostino

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Disponibile in esclusiva su Disney+ da venerdì 7 ottobre 2022, “Licantropus” è uno speciale targato Marvel Studios e diretto dal noto compositore Michael Giacchino. Nel cast troviamo Gael García Bernal (Jack Russell/Licantropus), Laura Donnelly (Elsa Bloodstone) e Harriet Sansom Harris.

I Marvel Studios, grazie a Disney+ si sono avvicinati a un nuovo tipo di lancio di prodotti sul proprio mercato. Grazie alla piattaforma di streaming, sono state lanciate diverse serie tv e una serie di cortometraggi. Con il mese di ottobre gli Studios hanno anche ufficialmente iniziato con il lancio degli speciali e, dopo “Licantropus” avremo la possibilità di assistere allo speciale di Natale dedicato ai Guardiani della Galassia. Sicuramente questi non saranno gli ultimi, magari per il prossimo anno potremmo aspettarci un altro speciale, magari sempre durante le festività di Halloween, ma dedicato a Man-Thing.

Licantropus, la trama

Il mediometraggio, dalla durata di circa 50 minuti, si apre con il classico logo dei Marvel Studios. Per poi, successivamente, cambiare e, come per i primi due episodi di WandaVision, diventare in bianco e nero. La prima scena inizia subito chiarendoci, indirettamente, che lo speciale è ambientato nel MCU nello stesso periodo in cui gli eroi iniziano a mostrarsi nel pianeta. Subito dopo questo piccolo chiarimento, ci viene presentata la casa dei Bloodstone: una famiglia di cacciatori, che da anni uccide qualsiasi tipo di mostro.

Finita quest’altra introduzione, lo speciale inizia mostrandoci il protagonista Jack Russell (Licantropus), Elsa Bloodstone e diversi cacciatori che sono stati invitati dalla famiglia Bloodstone. La storia ruota attorno alla bloodstone, una potente arma che verrà messa in palio e data al cacciatore che riuscirà a guadagnarsela. La trama si infittisce dopo che viene rivelata la vera natura di Jack Russell; a causa di ciò, quest’ultimo passerà da essere cacciatore a preda.

 

Licantropus

Una citazione Hitchcockiana?

Tutti conosciamo il grande regista Alfred Hitchcock e sicuramente in molti avranno avuto la possibilità di guardare Psyco (1960). Il film, ormai diventato un cult cinematografico, ruota attorno alle vicende di Marion Crane (Janet Leigh), una dipendente che dopo aver rubato una cospicua somma di denaro si rifugia al Bates Motel. A qualche ora dal suo arrivo la donna venne uccisa nella doccia della propria stanza del motel. La scena dell’uccisione, accompagnata da una sublime colonna sonora, è ormai diventata iconica e tutti l’abbiamo almeno vista una volta. Ma perché Hitchcock decise di usare il bianco e nero? Durante quei tempi la censura era una pratica spesso usata e il sangue non era ben visto. Così il direttore, visto che voleva usarlo a tutti i costi, decise di usare il bianco e nero, in modo da non incappare nel problema.

I Marvel Studios sono spesso conosciuti, e criticati, per portare poca violenza e di conseguenza poco sangue; un ottimo esempio potrebbe essere sicuramente Moon Knight. Ma in questo speciale sembrerebbe che questa regola sia stata “cambiata”; infatti sono presenti diverse scene molto pesanti e mascherate alla perfezione con il bianco e nero. Che i dirigenti Marvel, insieme al regista Michael Giacchino, abbiano deciso di prendere spunto da questa tecnica?

La lettera d’amore da parte di Michael Giacchino

Licantropus è il primo progetto professionale da direttore per Michael Giacchino. Quest’ultimo era già una vecchia conoscenza per la Marvel, ma, come molti probabilmente sanno, il suo ruolo era quello da compositore musicale. La sua passione per l’innaturale e i personaggi dark dei Marvel Comics ha portato Kevin Feige ad affidargli l’arduo compito di portare su schermo un nuovo lato nel MCU. Il prodotto è sicuramente definibile una lettera d’amore di Giacchino sia ai Marvel Comics che al cinema d’horror dello scorso secolo. Le citazioni alle pellicole degli anni ’30 e ’40 sono tantissime e il mutamento di Jack Russell in Licantropus ricorda molto le trasformazioni del cattivo in horror anche più “recenti”, come quelli degli anni ’90.

 

Licantropus

Il pessimo parallelismo con… Moon Knight

Anche se lo show dedicato a Moon Knight è stato ben accolto sia dalla stampa che da una buona parte di fan, uno dei punti più criticati è stata proprio l’assenza del protagonista, cioè il cavaliere della notte. Questo pessimo parallelismo accade anche con Licantropus; la forma del mostro appare per poco meno di cinque minuti, e pochissime scene mostrano l’intero costume del mostro. Fortunatamente, se analizzato attentamente, si può notare comunque la cura nella sua progettazione. Mostrarlo così poco è però sicuramente un grande errore, che avrebbero potuto almeno coprire con qualche inquadratura più chiara del protagonista.

La Marvel ha finalmente osato?” è questa la domanda che tutti i fan si fanno dopo aver visto un qualsiasi prodotto degli Studios. Senza infamia né lode, il prodotto riesce a portarci una peculiare, ma non grandissima, violenza su schermo, come tutti noi ci aspettavamo da diverso tempo. Questa componente è prevalentemente presente nell’entrata in scena di Licantropus contro le guardie dei Bloodstone. Ad aiutare è sicuramente  anche il lato registico, grazie alla fotografia e specialmente il lento avvicinamento dalla camera durante il combattimento finale.

Il lato tecnico

Come anche detto in precedenza, la scelta dell’usare il bianco e nero è indiscutibile e non ci sarebbe nessun motivo per cui un fan possa lamentarsi. Una critica che gli si può fare è il non aver osato troppo: sicuramente l’apportare l’effetto del bianco e nero su una telecamera professionale non aiuta molto. Sarebbe stato sicuramente apprezzato l’uso sia di un formato adatto, come un 4:3, ma anche l’effetto della pellicola bruciata che, durante lo speciale, compare raramente.

Il non usare largamente gli effetti visivi è sicuramente un importante bonus che probabilmente è stato apprezzato da tutti. L’uso delle scenografie ricorda molto quelle dei film degli anni ’50. Un altro importante elogio va alla soundtrack del prodotto, che ovviamente, è stata composta dallo stesso Giacchino. Continuando a parlare di citazioni al cinema passato, sicuramente un’altra lode va ai riferimenti gotici dei film: dalle scenografie del labirinto dei Bloodstone, fino al castello della casata con le teste dei mostri.

 

Licantropus

Considerazioni finali

Il mediometraggio di Michael Giacchino è sicuramente sia un’ottima sperimentazione che una nuova scoperta del lato oscuro per i Marvel Studios. Ma allo stesso tempo non il prodotto rivoluzionario spacciato da diverse recensioni proveniente dalle anteprime. Ad ogni modo, la casa di produzione ha iniziato a inserire senza strafare, la violenza tanto attesa dai fan.

Un elogio va sicuramente anche alla scelta di usare pochissimi effetti speciali: il costume di Licantropus è stato costruito con la massima perfezione e in alcuni casi potrebbe anche essere preferito all’uso della CGI, che in quest’ultimo periodo è stata spesso criticata. Sicuramente il portare sul piccolo schermo un mediometraggio è stata una buona sperimentazione per i Marvel Studios, ma ovviamente vi sono alcuni punti deboli. La parte più fragile è sicuramente la durata di questo speciale: a risentirne è sicuramente il finale troppo aperto lasciato allo spettatore.

Pro

  • Il poco uso di effetti speciali;
  • Ottimo debutto di Giacchino alla regia;
  • Una perfetta colonna sonora.

Contro

  • Un finale troppo aperto, a causa della durata;
  • Ridotta apparizione di Licantropus.

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