di Francesco Ferri
Leonardo Da Vinci, il geniale inventore italiano del rinascimento, avrebbe scoperto la gravità addirittura più di un secolo prima di Isaac Newton. Questa rivoluzionaria notizia è la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista “Leonardo“. A condurre lo studio sono stati gli ingegneri del California Institute of Technology coadiuvati da esperti dell’Università di scienze applicate e arti della Svizzera occidentale HES-SO. Alcuni esperimenti disegnati nel famoso Codice Arundel avrebbero svelato queste intuizioni.
Leonardo Da Vinci e la gravità
Esaminando alcuni disegni del Codice Arundel (un insieme di annotazioni, appunti e disegni fatti da Da Vinci) gli studiosi sarebbero giunti a questa conclusione. Il disegno preso in esame rappresenterebbe un esperimento in cui una caraffa viene spostata orizzontalmente versando del materiale, acqua o più probabilmente sabbia. Le annotazioni di Leonardo dimostrerebbero una concreta idea di gravità per come noi la intendiamo. Grazie alle annotazioni che Leonardo ha riportato, si dimostra consapevole del fatto che il materiale fuoriuscito dalla caraffa non sarebbe caduto a velocità costante ma accelerato. Se la caraffa fosse stata mossa alla medesima velocità della forza di gravità, quest’ultimo, precipitando, avrebbe disegnato l’ipotenusa di un triangolo equilatero.
Il commento degli studiosi
“Circa 500 anni fa, Leonardo Da Vinci cercò di svelare il mistero della gravità e la sua connessione con l’accelerazione attraverso una serie di ingegnosi esperimenti guidato solo dalla sua immaginazione e dalle magistrali tecniche sperimentali.” Queste le parole con cui gli studiosi hanno commentato la scoperta nell’articolo. Oltre a ciò una simulazione al computer dell’esperimento è stata capace di dimostrare come Leonardo avrebbe usato nel modo corretto un’equazione sbagliata. In qualsiasi caso, nonostante l’errore, avrebbe potuto calcolare la costante gravitazionale “g” con una precisione del 97% rispetto ai metodi attualmente utilizzati. “Non sappiamo se Leonardo abbia fatto ulteriori esperimenti o indagato la questione più a fondo, ma il fatto che stesse affrontando i problemi in questo modo, all’inizio del 1500, dimostra quanto fosse avanti il suo pensiero.” Ha concluso Morteza Gharib del California Institute of Technology.
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