di davide gerace
Il tema dell’intelligenza artificiale è sempre stato oggetto di discussione. Realizzare sistemi informatici intelligenti, in grado di simulare le capacità del pensiero umano, rappresenta il sogno di molti scienziati in tutto il pianeta, che da anni lavorano incessantemente al progetto rivoluzionario. Per tanti altri, l’AI rappresenta l’inizio di un incubo e di come le macchine, un giorno, sostituiranno il lavoro umano. Negli ultimi giorni, hanno fatto discutere le dichiarazioni di una delle aziende informatiche più grande della Terra, IBM, pronta a dare sempre più importanza all’intelligenza artificiale.
Stop a nuove assunzioni?
A Bloomberg, l’amministratore delegato della società statunitense, Arvind Krishna, ha annunciato: “Le assunzioni nei lavori di back-office subiranno un significativo rallentamento dal prossimo anno, pari al 30% delle posizioni attuali del gruppo per questo tipo di mansioni e competenze. Tutti questi posti verranno tagliati per via dell’impiego dell’AI, un’automazione che potrebbe avere luogo nell’arco di massimo un quinquennio”.
Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per un’azienda che attualmente conta oltre 288mila dipendenti. Di questi, circa 26mila si occupano dell’area back-office, le posizioni accennate dall’AD di IBM. Si parla del taglio di quasi 8.000 assunzioni e altrettanti dipendenti, come spiega Krishna, che potrebbero essere sostituiti dall’AI nell’arco di qualche anno.
Il ruolo dell’AI
Il nuovo e ambizioso progetto dell’AD di IBM, prevede l’uso dell’AI per le mansioni definite da lui “più banali”, come il controllo delle lettere di lavoro o il trasferimento dei dipendenti da un reparto all’altro. Per il resto, come attività quali l’analisi della composizione e della produttività della forza lavoro, rimarranno ad appannaggio umano per i prossimi 10 anni almeno .
L’annuncio di Krishna arriva pochi mesi dopo un altro avviso, in cui comunicava un taglio degli impiegati che potrebbe costare il posto di lavoro a oltre 5.000 dipendenti.
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