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Alan Turing – Il padre dell’intelligenza artificiale

di Domenico Scala

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Alan Turing è considerato da molti il padre dell’intelligenza artificiale, soprattutto per la teorizzazione dell’omonima macchina. Ma, esattamente, di cosa stiamo parlando? E perché questa macchina è così importante? Nell’anniversario della sua tragica morte, e in occasione del Pride month 2022, scopriamo insieme chi era Alan Turing e perché è importante ricordarne la vita!

Alan Turing: una straordinaria fonte di ispirazione 

L’intera vita del matematico e teorico inglese Alan Turing è tremendamente affascinante. Non a caso, il suo vissuto ha ispirato tra le altre cose diversi film e romanzi. Ne sono un esempio la pellicola Premio OscarThe Imitation Game” (2014) e il romanzo “Enigma” di Robert Harris. Ma anche tanti altri scrittori e registi si sono ispirati alla sua figura; esiste perfino un fumetto italiano a lui dedicato, “Enigma – La strana vita di Alan Turing“!

Ciò che rende Turing un soggetto perfetto da romanzare è l’intrecciarsi di una vita personale travagliata, un ruolo attivo nella Seconda guerra mondiale e le teorie all’avanguardia in materia di calcolo digitale. Ed è proprio grazie a queste ipotesi che è considerato da molti il padre dell’informatica, nonché colui che fa da spartiacque tra tutti coloro che hanno teorizzato le macchine di calcolo e quelli che poi le macchine le hanno effettivamente costruite.

“On Computable Numbers”

Il lavoro più noto di Turing è “On Computable Numbers (1936), nel quale il matematico presenta la sua macchina di calcolo logico, definita poi appunto “Macchina di Turing“. Per definizione, una macchina di Turing non è una macchina fisica, ma un modello di macchina ideale che consistente in:

  • Un nastro infinito in entrambe le direzioni diviso in caselle, ciascuna delle quali può contenere il simbolo 0 oppure il simbolo 1. Il nastro rappresenta la memoria della macchina;
  • Una testina che può leggere il simbolo 0 oppure 1, contenuto in una casella, e scrivere un simbolo in una casella. Può muoversi lungo il nastro una casella per volta.

Come è facile intuire da questa descrizione, si parla di un modello soltanto teorico. Di fatto non è realizzabile perché prevedrebbe un tempo e uno spazio (il nastro) infiniti.

Turing era però convinto che sarebbe stato possibile inventare una macchina che potesse essere utilizzata per registrare qualsiasi sequenza computabile di dati. E la novità di questa teoria consisteva proprio nel dimostrare che una sequenza di calcolo potesse effettivamente essere codificata come un numero, e viceversa. In parole povere, potremmo dire che stava venendo introdotto il concetto di ciò che oggi chiameremmo software.

 

Enigma (@Shutterstock)

Il lascito di un visionario

Il matematico inglese sicuramente stimolò, con le sue teorie, il progetto di realizzazione di un computer. Ma i computer reali non si basano sul suo modello, perché (come detto) sarebbero estremamente lenti e inefficienti. Tuttavia, possiamo certamente affermare che sia stato un visionario che immaginò un modello di macchina capace di effettuare calcoli di ogni genere. E immaginò macchine intelligenti dotate di capacità superiori anche a quelle dei computer attuali. Quando però si passò alla realizzazione dei primi computer reali il suo contributo non risultò essere di primo piano, e la motivazione risiede in un motivo ben preciso.

Alan Turing era omosessuale e per la sua natura all’epoca venne condannato e ostracizzato. Fu costretto a scegliere tra una pena a due anni di carcere o la castrazione chimica mediante assunzione di estrogeni. Per non finire in prigione, lo scienziato optò per la seconda alternativa. Per oltre un anno si sottopose a trattamenti che provocarono in lui un calo della libido e lo sviluppo del seno. La seguente depressione legata al trattamento e all’umiliazione subita fu, a parere di molti storici, il motivo che lo condusse, il 7 giugno 1954, al suicidio.

 

La sua è una storia che resta estremamente attuale e che deve essere spunto di riflessione. Una persona brillante, che a soli 24 anni scrisse uno dei trattati più innovativi del suo periodo storico, influendo sugli studi di chi poi avrebbe effettivamente realizzato la “macchina universale”. Nonostante questo, la sua vita venne stroncata dai giudizi dei colleghi prima ancora che dalle assurde leggi dell’epoca.

 

Le scuse postume dal Governo del Regno Unito

Ed ecco perché presso la comunità scientifica internazionale Turing è divenuto col tempo uno dei simboli associati all’attivismo pro LGBT+, considerando anche che, nonostante la sua storia fosse ben nota, le scuse ufficiali da parte del Governo del Regno Unito giunsero soltanto nel 2009. E la grazia dalla Regina Elisabetta gli fu elargita soltanto nel dicembre 2013…
“Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un’Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell’umanità. È difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall’odio – dall’antisemitismo, dall’omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i forni crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d’arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. […] Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio”.
(Dalla dichiarazione di scuse dell’ex Primo ministro del Regno Unito, Gordon Brown)

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