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La storia di Ali Dia, il giocatore peggiore della storia della Premier League

di Alessandro Colepio

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La Premier League inglese è da sempre uno dei campionati più importanti del mondo, uno dei cinque cuori pulsanti del calcio europeo e non solo. Migliaia di grandissimi campioni sono passati per i suoi stadi tanto moderni quanto caratteristici, illuminando i palcoscenici di tutta l’Inghilterra. George Best, Cantona, Cristiano Ronaldo, Thierry Henry, il Kun Aguero e Drogba sono solo alcuni dei grandi nomi passati per la Premier League. Ma se il dibattito sul miglior giocatore della storia di questo campionato è ancora apertissimo, in Gran Bretagna sono tutti concordi su chi sia il peggior calciatore ad aver mai giocato nella lega inglese. Il suo nome è Ali Dia, viene dal Senegal e la sua storia ha dell’incredibile.

La vita di Ali Dia

Il peggior calciatore della storia della Premier League nasce nel 1965 in Senegal e all’età di 23 anni si trasferisce in Francia per provare a diventare un calciatore professionista. La determinazione è quella giusta, mancano però i fattori tecnici. In 6 anni gira cinque squadre, giocando poco e segnando ancora meno. Non un grande biglietto da visita, per uno che di ruolo fa l’attaccante.

Ali Dia non demorde, continua a inseguire il suo sogno e lascia la Francia per trasferirsi nella fredda Finlandia, dove spera di dare una svolta alla sua carriera. Neanche a dirlo, le cose non vanno come sperato e il giovane attaccante sceglie ancora una volta di cambiare aria. Ci prova in Germania, al Lubecca, ma anche qui non riesce a incidere. Decide allora di volare in Inghilterra, lì dove è nato il calcio, ma rimedia un contratto con un piccolo club di sesta divisione e praticamente scende in campo solo una volta.

È il 1996, e l’Europa cade ai piedi di un ragazzo liberiano che come Ali Dia fa l’attaccante ma sotto porta è leggermente più freddo: si chiama George Weah e grazie alle sue prestazioni col Milan nella stagione precedente è diventato il primo calciatore africano a vincere il Pallone d’Oro. Weah è il simbolo del riscatto sociale di un intero continente, un modello d’ispirazione per tutta l’Africa, Dia compreso. Ma dato che il talento non c’è, serve un’idea, una trovata che possa garantirgli l’accesso al paradiso del calcio professionistico. E alla fine quell’idea arriva.

L’imbroglio e l’esordio in Premier League 

Ali Dia chiede ad un suo amico di telefonare al West Ham, fingendosi George Weah e proponendo agli Hammers di acquistare un suo lontano cugino, spacciandolo per una promessa del calcio mondiale: si tratta ovviamente di Dia. L’allenatore del West Ham, Harry Redknapp, capisce che c’è puzza di imbroglio e declina l’offerta, ma i due truffatori non demordono.

Decidono di riprovarci e stavolta contattano il Southampton, che è un club più piccolo ed è abituato ad avere giocatori in prestito. Detto fatto: il manager Graeme Souness dà l’ok all’acquisto di Ali Dia, che viene messo sotto contratto per un mese e arriva con la fama di essere non solo il cugino di Weah, ma anche un ex PSG e un giocatore della nazionale senegalese. Sì, diciamo che con le bugie potevano andarci piano.

Tutto il Southampton, tifosi compresi, è impaziente di vedere all’opera il nuovo talento della squadra. La magia, sfortunatamente, dura pochissimo: bastano i primi cinque minuti d’allenamento per capire che Ali Dia c’entra veramente poco con un club di Premier League. La società vorrebbe rescindere il contratto, ma Souness decide di tenerlo fino alla fine del contratto per sopperire agli infortuni nel reparto offensivo.

Il centravanti titolare del Southampton è Matt Le Tissier, uno che da quelle parti è praticamente una divinità e che al momento dell’arrivo di Dia è l’unico attaccante non infortunato. Il 23 novembre 1996, i Saints sono impegnati in una gara di campionato a Leeds e Le Tissier si fa male al 32′ del primo tempo. L’unico giocatore offensivo disponibile è proprio Dia, che quel giorno gioca ben 53 minuti in Premier League e, dopo aver girato il campo come un fantasma per buona parte della gara, va anche vicino al gol con un tiro di piatto da posizione defilata.

La nuova vita di Ali Dia

Dopo quella partita il suo contratto viene rescisso e Dia scompare dai radar, finendo a giocare in qualche club dilettantistico. La sua carriera termina nel 1997, dopo aver segnato un solo gol ufficiale e aver giocato ben 53 minuti in uno dei campionati più importanti del mondo. Dopo l’avventura calcistica decide di ottenere una laurea in economia aziendale a San Francisco, e oggi esercita la sua professione a Doha.

Ali Dia ha scelto di vestire i panni dell’uomo normale, di seguire una strada piana e priva di grosse sorprese. Ma nei cuori di tutti gli appassionati di Premier League rimarrà per sempre il ricordo di questa leggenda metropolitana, il ragazzo venuto dal Senegal che per 53′ ha toccato il cielo con un dito ed è andato anche vicino alla gloria eterna.

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