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La Silicon Valley Bank fallisce, la storia di uno dei pilastri finanziari degli USA

di davide gerace

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Negli ultimi giorni la notizia del crollo verticale della Silicon Valley Bank ha fatto il giro del mondo. La banca, una delle più importanti di tutta la Nazione e la più grande della Silicon Valley, ha dichiarato il fallimento poche ore dopo la chiusura di un altro importante istituto di credito, la Silvergate Bank. Si tratta del tracollo finanziario più grande della storia degli Stati Uniti dopo quello del 2008 di Washington Mutual.

Silicon Valley Bank: gli inizi

Una notizia del tutto inaspettata, per una banca che fino ad un anno e mezzo fa aveva una valutazione di 44 miliardi di dollari. Nata nel 1983 grazie agli imprenditori Bill Biggerstaff e Robert Medearis, l’istituto di credito è diventato un colosso finanziario nel giro di pochi anni. I 2 inizialmente si occupavano di raccogliere depositi da imprese che venivano finanziate con capitali di rischio, cioè contribuito dai soci stessi dell’attività.

La continua crescita consente alla Silicon Valley Bank di espandersi in altri settori, quello bancario e finanziario, aggiungendo diversi servizi per cercare di mantenere i clienti a lungo.

Le crisi superate

Tra gli anni ’90 e l’inizio del 2000 la banca supera due gravi crisi, la prima quella del ’92 con l’esplosione immobiliare che portò a un bilancio negativo per oltre 2 milioni di dollari. La seconda nel 2001, causata dal fallimento delle dot-com, società che sviluppano le loro attività tramite internet. La crisi portò a un crollo verticale del valore delle azioni della banca, diminuite di oltre il 50%.

Nonostante tutte le difficoltà, la Silicon Valley Bank riuscì a sopravvivere, aprendo delle filiali internazionali a Londra, Pechino, Israele e in India. Nel 2008 la banca affronta la sfida più difficile, la grave crisi finanziaria che colpisce l’intero pianeta. C’è penuria di liquidità, che comporta anche il mancato pagamento dei debiti e dei suoi relativi tassi d’interesse. Diverse banche statunitensi vanno in default, con il fallimento del colosso del settore finanziario Lehman Brothers. Il Governo decide così di cercare di salvare una situazione già disperata tramite investimenti della FED, la banca centrale degli Stati Uniti

La Silicon Valley Bank riceve 235 milioni tramite il programma di salvataggio attivato dal Governo USA e in cambio ha ceduto 10 milioni di dividendi al Dipartimento del Tesoro. La banca, superata l’ennesima crisi, è cresciuta negli ultimi 10 anni grazie a diversi investimenti, soprattutto nel campo tecnologico.

Il crollo in 3 giorni

La Silicon Valley Bank era diventata la principale banca delle startup tecnologiche, chiudendo il 2022 con un utile di oltre 1,5  miliardi di dollari. Arriviamo così a marzo del 2023, con il fallimento di un altro grande istituto di credito, la Silvergate Bank. La banca era legata al servizio di criptovalute, ma da diverso tempo era in grave difficoltà. L’8 marzo è così arrivata la chiusura definitiva. Come racconta il New York Times, molti investitori della Silicon Valley Bank, intimoriti dai crolli di vari gruppi finanziari delle scorse settimane, hanno deciso di ritirare i loro depositi dalla banca. La situazione è sfuggita di mano creando delle difficoltà, a livello di liquidità, all’istituto di credito. L’amministratore delegato della banca, Greg Becker, con un comunicato ha cercato di calmare i propri clienti, peggiorando la situazione.

Uno dei problemi principali riguarda la copertura dei conti bancari statunitensi, valida fino a 250mila dollari. La Silicon Valley Bank ha clienti talmente grandi che la maggior parte di essi supera abbondantemente la soglia limite. Da qua nasce la paura e il fenomeno del “bank run“, il prelievo compulsivo di tutti i depositi bancari.

Nel giro di un solo giorno gli investitori hanno ritirato 42 miliardi di dollari di deposito, oltre un quarto del totale della banca. Il piano di raccolta di 2,25 miliardi di dollari per l’aumento di capitale è così fallito, portando a delle gravi ripercussioni in Borsa. Il crollo è netto, 60% solo giovedì, con le azioni che passano da un valore di 270 dollari a soli 39 dollari. Tutto questo in soli 3 giorni.

La fine della Silicon Valley Bank

La grave situazione ha costretto la Federal Deposit Insurance Corporation, che garantisce i depositi su tutti i conti correnti dello Stato, a bloccare l’accesso ai clienti della banca. Non solo, l’Agenzia ha anche assunto il controllo del gruppo, dichiarando il fallimento della Silicon Valley Bank. L’autorità federale ha anche annunciato che da lunedì 13 marzo i clienti rimasti potranno ritirare i loro depositi. Naturalmente saranno garantiti quelli sotto i 250mila dollari, per tutti gli altri non c’è nessuna certezza.

Un fallimento che ha sconvolto gli Stati Uniti ma che rischia di avere ripercussioni sul resto del pianeta, con forti timori che si possa ripetere una crisi simile a quella del 2008.

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