Tutto il mondo del calcio si è stretto intorno all’Ucraina, ma l’appoggio e la vicinanza della Premier League si sono rilevati i più concreti: infatti, sono stati completamente tagliati i ponti con Mosca. Discorso diverso per quanto riguarda Pechino, che ha invece deciso di bandire il campionato inglese dalle proprie televisioni.
La Premier League si è subito schierata contro l’invasione russa dell’Ucraina sia con gesti simbolici, sia con azioni decisamente più concrete. Con una sorprendente unanimità, i 20 club del massimo campionato inglese hanno deciso di rescindere il contratto con un’emittente russa, rinunciando di fatto ai ricavi dei diritti TV. Inoltre, verrà anche donato 1 milione di sterline ad un ente preposto per supportare la Nazione in difficoltà.
Difatti, si legge nel comunicato emesso dalla Premier League che:
“La Lega calcio inglese condanna fermamente l’invasione russa dell’Ucraina e chiede la pace, rivolgendo i suoi pensieri a tutti coloro che sono stati colpiti. La donazione di 1 milione di sterline sarà devoluta al Disasters Emergency Committee (DEC) per fornire aiuti umanitari direttamente a chi ne ha bisogno.”
Termina pertanto con effetto immediato la partnership tra la Premier e Rambler Media Group, sul cui canale Okko Sport venivano trasmesse le partite del campionato.
Se la scelta di abbandonare la Russia è interna alla Lega calcio inglese, non è altrettanto quella di lasciare il mercato cinese. Infatti, stando a quanto riporta La Repubblica, la Cina non avrebbe apprezzato le manifestazioni di solidarietà che sono emerse in quasi tutte le partite di Premier League, e perciò ha deciso di oscurare l’ultimo turno di campionato.
La piattaforma che detiene i diritti TV, iQiy Sports, ha deciso di non mandare in onda tutte le partite del turno che andava dal 5 al 7 marzo. A quanto pare, Pechino voleva evitare di mostrare ai suoi cittadini una solidarietà così ampia verso l’Ucraina; il principale motivo di questa censura è da ricercare in un fattore prettamente politico.
La censura delle partite è dovuta alla politica adottata dal Governo cinese, che ancora non ha manifestato uno schieramento ufficiale nel conflitto tra Russia e Ucraina. Difatti, lo Stato ha si condannato l’invasione, ma non ha condannato la gestione del conflitto da parte del Presidente russo Vladimir Putin.
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