Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, i Paesi membri della NATO avrebbero raggiunto un accordo informale riguardo il prosieguo dei rifornimenti di armi all’Ucraina. Si sarebbe deciso, con largo consenso, di diminuire l’ammontare degli equipaggiamenti concessi e di selezionare, secondo un criterio di qualità, quali di questi dovranno essere destinati a Kiev e quali no. La decisione, in contrasto con l’andamento attuale delle azioni di supporto, sarebbe dovuta ad una serie di cause e previsioni che andremo a vedere nelle prossime righe.
Meno aiuti dalla NATO all’Ucraina si traducono in meno pericoli e meno sprechi per l’Alleanza. Lo stop alla costanza, alla totalità e all’abbondanza delle spedizioni d’artiglieria dovrebbe quindi scongiurare il rischio di un’eventuale aggressione russa all’organizzazione internazionale. Oltre ciò, un contenuto quantitativo e qualitativo delle “donazioni”, permetterà ai Paesi membri di mantenere sufficienti i propri mezzi di difesa; ciò risulterà fondamentale nel caso in cui avessero necessità di proteggersi da un’offensiva russa. Veicoli di fanteria, carri armati occidentali e aerei caccia non verranno quindi più inviati alle forze invase.
Intanto, il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ribadendo la criticità della condizione della sua Nazione, ha così commentato la scelta durante il World Economic Forum di Davos:
“Se non avremo tutte le armi pesanti di cui necessitiamo saremo uccisi dai russi“.
Hellmich e varie fonti convalidate hanno inoltre fatto sapere che già dagli inizi del mese di maggio, la NATO aveva optato per questa nuova gestione degli aiuti militari.
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