Stando a quanto trapela da uno studio particolarmente interessante riportato dalla rivista Science e condotto da alcuni ricercatori da Harvard e da Washington, potrebbe essere particolarmente vicina una nuova rivoluzione per la ricerca scientifica. Difatti, secondo quanto afferma il gruppo di ricercatori, sarebbero riusciti a gettare le basi per istruire una intelligenza artificiale a “costruire” delle molecole proteiche…
Come detto, il team, servendosi di una IA, è riuscito a progettare la bozza di un software che verrà perfezionato per funzionare come generatore automatico di proteine; queste biomolecole rappresentano la base costitutiva di innumerevoli farmaci e vaccini. La loro modalità di produzione, quindi, che già si serve di pratiche disfunzionali, potrebbe portare ad un vero e proprio sconvolgimento. Questa tecnologia potrebbe permettere non solo la generazione di proteine odiernamente formabili, ma anche quella di unità originali, mai create sinora. Ciò, in termini diretti, spalancherebbe gli accessi a vari trattamenti terapeutici rivoluzionari…
La ricerca condotta gode del prestigio di pubblicazione in una grande rivista del settore, quale Science. Nell’articolo proposto viene disegnato il meccanismo di cui questa innovativa tecnologia farà uso. Il machine learning adoperato per formulare storie, immagini e canzoni, ora verrà impiegato per congegnare le proteine, avvalendosi sempre di un database precedentemente fornito. In riferimento a ciò, l’autore dello studio Joseph Watson ha affermato:
“L’idea è la stessa: le reti neurali possono essere addestrate per vedere i modelli nei dati. Una volta addestrate, puoi dargli un suggerimento e vedere se può generare una soluzione intelligente. Spesso i risultati sono convincenti”.
I nuovi vantaggi, sostiene lo stesso scienziato, derivano dalla facoltà del sistema di realizzare, da delle risorse di partenza determinate, un prodotto finale più apprezzato. Queste le sue dichiarazioni:
“Con il completamento automatico, o ‘dipinto proteico’, iniziamo con le caratteristiche chiave che vogliamo vedere in una nuova proteina, quindi lasciamo che il software elabori il resto. Queste caratteristiche possono essere persino siti attivi di enzimi”.
Il team ha condotto qualche esperimento laboratoriale andato a buon fine. Tuttavia, si stima ci vorrà ancora diverso tempo prima che il sistema possa essere applicato con continuità.
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