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Kazuyoshi Miura: la storia di una carriera infinita

di Alessandro Colepio

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La vita di Kazuyoshi Miura è destinata ad entrare nella leggenda del calcio. Il fantasista giapponese, a cui Madre Natura ha regalato doti tecniche buone ma non eccelse, ha scelto di puntare sulla longevità per entrare nella storia del calcio nipponico, e non solo; all’età di 55 anni (56 fra qualche settimana) Miura ha firmato un nuovo contratto con l’Oliveirense, club di seconda divisione portoghese…

L’ex Genoa torna quindi a giocare in Europa col titolo di “calciatore professionista più anziano in attività“, che ha strappato a Kevin Poole nel 2018. In questo articolo ripercorriamo tutta la carriera di Kazuyoshi Miura, cominciata nell’ormai lontano 1986 e ancora lontana dalla parola “fine”…

Gli inizi e le prime esperienze di Miura

Il giapponese classe 1967 scopre fin da piccolo la passione e il talento per il calcio; fino ai quindici anni gioca in alcune squadre locali, poi decide di provare il grande salto nel Paese in cui più di tutti si respira questo sport: il Brasile.

Nel 1982 sbarca in terra verdeoro e viene subito notato dalla Juventus di San Paolo, che lo cresce e lo cede poi al Santos. Col club del leggendario Pelé arriva l’esordio ufficiale fra i professionisti nel 1986, all’età di 19 anni; è così che Kazuyoshi Miura, il ragazzo che viene da lontano e che si è lasciato tutto alle spalle, finalmente ha coronato il suo sogno.

L’apice del successo

In Brasile gioca fino al 1990, girando più di sette squadre, fra cui anche il Palmeiras, senza però mai riuscire a incidere. La sua carriera ha quindi bisogno di una svolta e quando arriva la chiamata della sua patria non può rifiutare. Torna così in Giappone, al Verdy Kawasaki, dove mette a ferro e fuoco il campionato; il livello della competizione gli permette di esaltarsi al meglio, e in quegli anni entra anche nel giro della Nazionale nipponica. A “casa” vince diversi trofei e segna tanto, al punto che nel 1994 è pronto per il salto nei grandi palcoscenici europei.

L’offerta arriva dalla sponda rossoblù di Genova: Miura la accetta e si trasferisce in Italia, dove rimane solo per un anno, gioca 21 partite mettendo a segno un solo gol, proprio contro i rivali della Sampdoria in un derby perso 3 a 2 dal Genoa. A fine stagione il fantasista torna al Verdy Kawasaki, confermandosi sui livelli della sua prima esperienza e offrendo ancora grandi prestazioni.

Nel 1999 decide di riprovare ancora ad avere successo in Europa, questa volta però in un campionato di livello inferiore: la Serie A dell’epoca era di un livello davvero troppo alto per tantissimi giocatori. Accetta quindi l’offerta della Dinamo Zagabria e si trasferisce in Croazia, rimanendoci solo per una stagione senza mai andare a segno.

Il ritorno in patria di Miura e le nuove esperienze

L’avventura europea però, sfortunatamente, non è andata secondo i piani, ma il fantasista non demorde; nell’estate del 1999 torna in Giappone, al Kyoto Sanga. Allo stesso tempo, l’età inizia ad avanzare, ma Miura sembra continuare ad avere la stessa passione che aveva da ragazzo, quando ha deciso di volare in Brasile. Fra il 1999 e il 2006 cambia diverse squadre giapponesi e ha persino un’esperienza in Australia, al Sydney FC, prima di accasarsi definitivamente allo Yokohama FC.

Con la maglia azzurra dei Fulie Miura diventa una leggenda del calcio giapponese e non solo, rimanendo in squadra dal 2006 (39 anni) al 2022 (55); qui ha giocato 267 partite, messo a segno 27 reti e la storia della sua carriera infinita ha fatto il giro del mondo, diventando così un idolo per tanti giovani calciatori giapponesi e un simbolo dello sport nel Paese del Sol Levante. Dopo 16 anni lo Yokohama decide di girarlo in prestito e si trasferisce prima al Suzuka Point e poi, quest’anno, all’Oliveirense.

 

Nazionale di calcio del Giappone (@Shutterstock)

 

All’età di quasi 56 anni Kazuyoshi Miura è ora pronto per la sua terza avventura in Europa, stavolta in terra portoghese. Lui si è detto tranquillo e riguardo al futuro ha dichiarato di poter continuare almeno fino ai sessant’anni. Perché quando sei più tenace anche del tempo stesso, non ci sono limiti a ciò che puoi fare. Nel 2026 festeggerà i 50 anni di professionismo, un traguardo incredibile che sicuramente Miura ha messo già nel mirino. E tutto il mondo del calcio sarà felice di vedere il suo “nonnino” arrivare anche fin lì

 

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