di Federico Minelli
Il sogno è realtà. Dopo una cavalcata trionfale, l’Italvolley batte per 3-1 i padroni di casa e campioni in carica della Polonia e porta a casa il proprio quarto titolo mondiale. Dopo la vittoria dell’Europeo dello scorso anno, gli azzurri della pallavolo compiono una vera e propria impresa e portano il tricolore italiano sul tetto del mondo dopo 24 anni.
Italvolley: impresa e quarto titolo iridato
I fattori erano tutti contro, a partire da quello campo. La Polonia, già bicampione del mondo in carica (2014 e 2018) poteva contare sul proprio, infuocato pubblico di Katowice (11mila i tifosi di ieri sera) che la spingeva verso una leggendaria tripletta. Ma qualcosa è andato storto: dopo il primo set vinto dai polacchi (25-22), gli azzurri reagiscono e non lasciano scampo.
Grazie a parziali decisivi nei momenti clou del secondo e terzo set (vinti per 21-25 e 18-25), l’Italvolley zittisce il palazzetto polacco rimontando e chiudendo sul 2-1. Nel quarto set la Polonia non ha la forza mentale per reagire e capitola (20-25), sotto i colpi di un’Italia storica, commovente ed eroica.
La Nazionale italiana di pallavolo è campione del mondo. È una serata incredibile per lo sport italiano.#italiapolonia #italvolley #EuropeiTipo pic.twitter.com/Af55tWziA5
— La Giornata Tipo (@parallelecinico) September 11, 2022
Italia mondiale: i protagonisti della cavalcata
Partiamo da chi in campo non è sceso, ma è come se l’avesse fatto: Ferdinando Fefé De Giorgi. Lui, che gli altri tre mondiali vinti dall’Italvolley li ha conquistati sul campo, ora è guida e maestro, seppur dalla panchina, di un altro successo straordinario. Dopo l’Europeo conquistato lo scorso anno, si aggiunge un altro tassello alla sua carriera più che scintillante.
Passando al campo, è impossibile non menzionare Simone Giannelli: classe ’96, capitano e leader tecnico della squadra. A lui vanno il premio come miglior palleggiatore del torneo e anche quello di MVP, a riprova di una maturità e una leadership da paura.
Senza dimenticare Galassi (miglior centrale) o Balaso (miglior libero), ma anche lo schiacciatore Lavia o tutti gli altri, da Russo a Anzani passando per Romanò e Michieletto. Tutti autori di una cavalcata che non può non definirsi storica. Perché sì, questa Italvolley entra nella storia dello sport italiano.
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