Bandiere di Palestina e Israele (@Shutterstock)
Un “piano finale” dettagliato e ragionato nei minimi particolari è stato pubblicato in un rapporto per poter risolvere il problema della presenza palestinese a Gaza. Come riportato da L’indipendente a redigere il piano è stato “l’Istitute for Zionist Strategies (Istituto per le strategie sioniste, IZS). Il piano prevederebbe una vera e propria pulizia etnica con il reinsediamento della popolazione araba in Egitto.
All’interno del rapporto, scritto da Amir Weitman, manager e capo del caucus del Likud, partito di Benjamin Netanyahu, si parla apertamente di “una soluzione innovativa, economica e sostenibile“. Si Spiega, inoltre, che “Non c’è motivo di ritenere che non possiamo permetterci un pagamento immediato di un miliardo di Shekel, che è fondamentalmente una sorta di pagamento per l’acquisto della Striscia di Gaza“. In pratica il governo sionista vorrebbe acquistare la Striscia, non prima, però, di aver compiuto un vero e proprio genocidio ai danni dei suoi abitanti. L’obbiettivo è quello di dar vita a una seconda Nakba, un secondo esodo forzato della popolazione palestinese. All’interno del testo si legge che “Attualmente esiste un’opportunità unica e rara per evacuare l’intera Striscia di Gaza in coordinamento con il governo egiziano”. Ma, sopratutto, questo piano viene presentato come “umanitario”, oltre che economicamente vantaggioso per tutti. In particolare anche per i palestinesi che “coglierebbero al volo l’opportunità di vivere in un paese ricco e avanzato piuttosto che continuare a vivere in questa situazione“.
Israele vorrebbe insediare a Gaza i cittadini israeliani, garantendo loro “alloggi di alta qualità“, estendendo a dismisura l’area metropolitana di Tel Aviv, con il nome di Gush Dan. Per fare questo dovrebbero essere eliminati dalla zona i residenti arabi. Così il piano convincerebbe l’Egitto a farsene carico e questo momento sarebbe estremamente favorevole. Sempre secondo il rapporto, infatti, anche l’Egitto ci guadagnerebbe molto a livello economico, grazie ad un’importante iniezione di liquidità nelle casse statali del Cairo.
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