Attualità

Islanda: orca adotta un cucciolo di delfino, primo caso documentato nella storia

Per gli amanti degli animali e della natura, l’Islanda rappresenta il posto perfetto. Ricca di flora e fauna selvatica, l’isola è uno dei posti perfetti per ammirare le orche. Il mammifero, uno dei più grandi del mondo, è noto per le sue grandi doti di cacciatore, per le quali viene anche chiamato “orca assassina”. In Islanda però, un gruppo di ricercatori ha scoperto un’interazione mai vista prima, un’orca in compagnia di un delfino.

Islanda, la storia dell’orca

I delfini, si sa, nonostante la stretta parentela, rientrano nella variegata dieta delle orche. Il caso in questione, rappresenta quindi un fatto eccezionale. La storia risale all’agosto del 2021. La ricercatrice e biologa Marie-Thérèse Mrusczok, mentre navigava al largo dell’Islanda su una barca, notò un’orca femmina in compagnia di un cucciolo di delfino.

Il piccolo era un cetaceo della famiglia dei globicefali, un delfino che vive nelle stesse acque delle orche e spesso in competizione con loro. Un evento straordinario, unico nella storia, riportato in uno studio sul Canadian Journal of Zoology.

Le teorie

Come riporta lo studio, l’enorme mammifero aveva degli istinti materni nei confronti del piccolo delfino, lo proteggeva e lo aiutava a nuotare. Il cucciolo però era in cattive condizioni, denutrito e forse anche malato. Mrusczok ha provato a dare una possibile spiegazione, l’orca, chiamata Sædís, è molto anziana e non poteva più produrre latte. Sicuramente stava cercando di fare del suo meglio per nutrire il cucciolo, ma tutto questo non è bastato. In un nuovo avvistamento, nel 2022, il mammifero nuotava da solo, il delfino probabilmente non ce l’aveva fatta.

Ci sono diverse teorie su come l’improbabile coppia sia finita insieme. C’è chi dice che il piccolo globicefalo si sia perso o allontanato dalla famiglia e Sædís, notandolo, abbia deciso di adottarlo.

Un’altra ipotesi parla del rapimento del cucciolo. In uno dei tanti scontri tra orche e delfini, Sædís sarebbe riuscita a rapirne uno e in seguito a cercare di crescerlo come se fosse suo figlio.

Probabilmente non sapremo mai la verità, ma è innegabile che questo rappresenti uno dei casi più rari e curiosi mai studiati su questi cetacei.

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