Nella notte almeno 12 missili balistici di produzione iraniana si sono schiantati a Erbil, Iraq, a pochi metri dal consolato americano. Non è ancora chiara del tutto la dinamica dell’episodio o quale fosse il vero obbiettivo. Al momento non ci sono feriti a causa dell’attacco, riporta la Iraqi News Agency.
Nella notte tra sabato e domenica, poche ore fa, il consolato americano di Erbil, in Iraq, è stato scosso dai bombardamenti di una dozzina di missili balistici. La contraerea della base americana non è riuscita ad attivarsi in tempo per fermarli. L’attacco nel cuore della notte è stato per loro inatteso.
Fortunatamente, non c’è stato nessun ferito e nessuna perdita, a parte gli edifici nella zona circostante. A quanto risulta dalle ultime indagini e le informazioni pubblicate da Associated Press, pare che i missili usati siano dei Faith-110 di produzione iraniana. Il capo delle relazioni con i media internazionali, Lawk Ghafuri, ha fatto sapere che i missili non hanno colpito nessun consolato di quelli nella zona.
In effetti, nell’area colpita non c’è solamente il consolato USA. Nella zona sono ubicati anche altri consolati, tra cui quello israeliano. L’Associated Press ricorda, in tal senso, l’aggressione avvenuta qualche giorno fa contro le basi iraniane in Siria da parte di Israele. La vicenda, tra l’altro, ha portato alla perdita di alcuni esponenti militari iraniani. Se l’episodio fosse veramente connesso alle ultime vicende non sarebbe da escludere l’ipotesi che il vero obiettivo fosse in realtà il consolato israeliano e non quello USA.
Negli ultimi giorni, inoltre, la sezione diplomatica dell’Iran è stata al centro di alcune discussioni circa un nuovo accordo sul nucleare. I recenti eventi potrebbero portare ad un ulteriore ritardo su tale accordo che pare essere già pronto nella sua versione definitiva.
L’accordo sul nucleare dell’Iran (anche chiamato Joint Comprehensive Plan of Action) nella sua prima versione del 2015 prevedeva varie restrizioni sul programma atomico dell’Iran, come compromesso per una riduzione delle sanzioni impostegli. Successivamente, durante il mandato di Donald Trump, tale accordo è stato sospeso per essere poi rimesso in discussione solo recentemente dal presidente Biden.
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di Gianmichele Trotta
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