di Federico Minelli

Immaginate di svegliarvi e di vivere ogni giorno, per anni, la stessa identica giornata. E non si parla di routine, bensì parlare con le stesse persone, sentire le stesse notizie o assistere agli stessi eventi degli altri giorni. Non si tratta di un film o di un libro, ma è la storia di un 80enne che ha vissuto per diverso tempo in un “loop” che ha reso la sua vita molto particolare.

L’ebook come primo segnale d’allarme

Ma come ci si può rendere conto di essere intrappolati in un loop? Per l’uomo in questione, l’ebook è stato il mezzo che gli ha permesso di capire che c’era qualcosa di sbagliato nella sua testa. L’apparecchio, infatti, sembrava fosse sempre sulla stessa pagina, e quando l’anziano lo portò a riparare, il tecnico gli rispose che non c’era nulla che non andasse.

Stessa sorte è toccata alla tv: “Riporta sempre le stesse notizie”, lamentava l’80enne, ma il televisore era in perfette condizioni. “Ovunque vada, trovo sempre le stesse persone sul marciapiede, le stesse macchine sulla strada, gli stessi conducenti con gli stessi abiti, che dicono le stesse cose”.

L’uomo nel loop: medici ed esperti al lavoro

Il caso, poi pubblicato su BMJ Case Reports, ha subito suscitato l’interesse della comunità scientifica, che dopo aver analizzato la situazione è giunta alla conclusione. Si tratterebbe, infatti, di “déjà vécu” (“già vissuto”, in francese), una rara patologia descritta nel 1896 come “una forma patologica di déja vu”.

Non si conoscono bene le cause della malattia, ma si potrebbero ricondurre ad un malfunzionamento dell’ippocampo, la parte del cervello preposta a trasformare ricordi a breve termine in memorie a lungo termine. Il tutto sembra comunque riconducibile all’Alzheimer, e i test condotti lo hanno confermato.

Lo studio è stato tuttavia molto importante per il progresso, in quanto è il primo a documentare l’attività cerebrale con delle scansioni, ad analizzare il liquido cerebrospinale del paziente e a includere diversi test neuropsicologici.

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