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Inter: delusione e orgoglio, la sorpresa che nessuno si aspettava

Oggi anche gli interisti si sono svegliati con l’amaro in bocca. La gioia per le tre italiane arrivate nelle finali europee si è spenta subito con 3 sconfitte su 3. Ciò che accadde alla Juventus nel 2015 e nel 2017 si è riproposto ai loro acerrimi rivali, nello stesso stadio che nel 2005 ha visto il Milan perdere contro il Liverpool per via di un mostruoso Dudek. La sfortuna delle squadre italiane nelle finali europee ha fermato anche il “re di coppe” Simone Inzaghi, che ha perso dopo 7 trionfi consecutivi sulle panchine di Lazio e Inter. Nonostante la delusione, i nerazzurri hanno comunque quasi tutto da salvare di questa finale e di questo percorso in Champions League.

Inter: il percorso verso la finale

Simone Inzaghi (@Shutterstock)

L’Inter è partita con l’ambizione di arrivare agli ottavi di finale, oppure con molta fortuna ai quarti. Il sorteggio di Nyon del 25 agosto 2022 è stato il peggiore possibile per i nerazzurri. Bayern Monaco, Barcellona e Viktoria Plzeň, con i pronostici nettamente a favore delle prime due. I bavaresi con Julian Nagelsmann erano una corazzata a tutti gli effetti, fisicamente e tatticamente, mentre il Barcellona stava concludendo un calciomercato faraonico basato su ingentissimi debiti. L’Inter, nonostante sulla carta fosse sfavorita e costruita su svincolati come Mkhitaryan e prestiti come Acerbi, si è rivelata all’altezza del compito. Le due sconfitte con il Bayern sono state l’unica sbavatura, mentre le due partite contro il Barcellona sono state dei colpi da maestro di un tattico come Inzaghi, che ha “incartato” Xavi.

Fase a eliminazione diretta

Girone passato, quindi. Da qui il percorso, seppur alla portata dei nerazzurri, è stato comunque complesso. Il Porto, squadra che ogni anno raggiunge la Champions League e molto spesso ottavi e quarti di finale, è stato quello che ha messo in campo la partita più complicata del percorso interista verso la finale. André Onana è stato il protagonista indiscusso del match che ha dato all’Inter la consapevolezza di poter resistere a tutto.

Superato il Porto si è dovuti tornare subito in terra lusitana, per affrontare i loro acerrimi rivali del Benfica. All’Estadio da Luz, Barella colpendo di testa e Lukaku su rigore hanno messo a tacere gli “Encarnados“, per poi terminare l’opera a San Siro dopo un pirotecnico 3-3. I due gol subiti nel finale non hanno impedito all’Inter di raggiungere l’unica squadra in grado di battere il Napoli ripetutamente in questa stagione, il Milan campione uscente d’Italia. In entrambe le partite della semifinale non c’è stata storia: 0-2 e 1-0 al ritorno per i nerazzurri, che dopo 13 anni sono tornati in finale.

La finale

Champions League (@Shutterstock)

La finale con il Manchester City è stata raggiunta inaspettatamente. I pronostici davano l’Inter eliminata ai gironi, poi in seria difficoltà contro il Porto e addirittura con un piede fuori dalla Champions affrontando un Benfica in grande spolvero.

Le quote per un’Inter vincente in finale nei 90 minuti da parte dei bookmakers erano elevatissime, e spaziavano da 6 a 7 (Gazzetta dello Sport). La vittoria del Manchester City era scontata per gli analisti, ed effettivamente così è stato. Ma sicuramente non nel modo in cui si aspettavano. I nerazzurri sono riusciti a fermare efficacemente la manovra offensiva degli uomini di Guardiola per 68 minuti, quando uno smarcato Rodri con una bordata perfetta ha sfondato la porta di Onana. Da qui l’Inter ha dato il via a un assalto all’arma bianca per i restanti 27 minuti, schiacciando il City nella propria area di rigore. Insomma, tutto fuorché una finale poco combattuta, fra una squadra “outsider” e quella più forte del mondo, che è stata in grado di battere 4-0 il Real Madrid e per due volte il Bayern Monaco.

Conclusioni

È così corretto definire l’Inter un’outsider, considerata la prestazione di ieri sera? Probabilmente no. Dopo le quattro prestazioni convincenti contro Real Madrid ai gironi e Liverpool agli ottavi della scorsa stagione, ieri è arrivata la consacrazione. L’Inter è una squadra a cui manca poco per raggiungere il livello delle squadre più forti d’Europa. Probabilmente con un attacco più incisivo la partita ieri sarebbe finita diversamente, dato che gli altri settori del campo hanno retto molto bene all’urto della corazzata azzurra. Adesso i vice campioni del continente hanno bisogno di rinforzi e di ringiovanire la rosa, per restare a questi livelli anche le prossime stagioni.

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Cristian Castellini

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