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Influenza: in sviluppo vaccino mRNA da somministrare con uno spray nasale

di davide gerace

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L’inverno è il periodo di “massimo splendore” per l’influenza. Ogni anno milioni di italiani, ma anche miliardi di persone in tutto il mondo, finiscono con il finire a letto malate per qualche giorno. Per cercare di ovviare a questa situazione, soprattutto per i soggetti più a rischio, viene somministrato periodicamente il vaccino antinfluenzale. Negli USA, nel frattempo, un gruppo di ricercatori sta studiando un nuovo tipo di vaccino contro l’influenza, ancora più efficace.

I vari vaccini mRNA in fase di sviluppo

 

Vaccino

Vaccino (@Shutterstock)

 

Lo studio arriva dall’Università del Minnesota, che lo ha poi pubblicato su Science Immunology. Si tratta di uno vaccino a mRNA. Questi utilizzano questa molecola per far produrre all’ospite una proteina del virus. In questo modo il sistema immunitario, riconosciuto il corpo estraneo all’interno del corpo, si prepara a contrastarlo.

Una tecnologia usata soprattutto per i vaccini contro il Covid, ma, oggi in fase di sviluppo per diverse malattie. Si passa dalla malaria, al virus Zika, fino all’HIV e all’influenza. Quest’ultima, come riporta il sito dell’OMS, causa annualmente tra le 250 e le 500mila vittime. 

Nuova amra contro l’influenza?

I ricercatori dell’Università del Minnesota stanno studiando un vaccino a mRNA auto-amplificante, che prevede una dose di richiamo come spray nasale. Il vaccino prende di mira la nucleoproteina virale dell’influenza, una proteina poco propensa alla mutazione rispetto alle altre. La strategia degli scienziati è quella di creare una sorta di cellule “guardiane” del sistema respiratorio, le cellule T di memoria residenti, mantenute permanentemente nei sistemi respiratori.

Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno somministrato una dose del vaccino a dei topi, seguita da una dose di richiamo con uno spray nasale. I risultati, come riporta lo studio, sono molto incoraggianti. Le due dosi, infatti, hanno attivato dei linfociti Cd4 e Cd8 nel tessuto polmonare. La prima dose ha permesso alle cellule T di arrivare e stabilirsi nei polmoni nel lungo termine, mentre la dose di richiamo ne ha aumentato considerevolmente il numero.

L’autore dello studio, il ricercatore Marco Künzli, ha spiegato: “Abbiamo generato un vaccino a mRNA auto-amplificante che codifica la nucleoproteina del virus dell’influenza A. Segnaliamo come le vie di immunizzazione nei topi hanno influenzato l’immunità cellulo-mediata e umorale specifica dell’influenza”.

Non ci resta che attendere l’eventuale immissione sul mercato del vaccino.

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