India (@Shutterstock)
Siamo in India e questa storia, ricostruita dalla BBC, sembra uscita da un romanzo. Nel 1977 una ricca famiglia indiana denunciò la scomparsa del figlio e un uomo rubò la sua identità. Dopo una farsa di 41 anni, l’impostore è stato condannato a 7 anni di reclusione.
Nel febbraio del 1977, nello stato del Bihar, Kanhaiya Singh, figlio di una ricca famiglia di proprietari terrieri, scomparve mentre stava tornando da scuola. La famiglia denunciò, fin da subito, la scomparsa alle autorità locali. Tutti gli sforzi furono vani, e il vecchio padre del ragazzo cadde in depressione. Spinto dalla disperazione, cominciò a rivolgersi a tutti gli sciamani e ciarlatani del posto. Uno di essi, gli rivelò che il figlio era ancora in vita e che sarebbe ricomparso presto. Nel 1981, in un villaggio vicino a quello della famiglia, comparve un ragazzo giovane, mendicante, che affermava di essere il figlio di una ricca famiglia della zona.
Quando la notizia giunse alle orecchie del padre, egli decise di partire per capire se le voci fossero veritiere. La quasi totale cecità e la mancanza di lucidità ingannarono il vecchio uomo, che credette, quindi, di aver ritrovato il figlio. Di diverso parere, invece, era la moglie, che decise di denunciare l’impostore alla polizia, che lo rinchiuse per un mese in galera. Nonostante ciò, l’anziano genitore rimase convinto della sua idea e così permise il protrarsi della farsa.
Quarant’anni più tardi, la verità è venuta a galla. Dopo essersi rifiutato di fare il test del DNA, l’uomo è stato arrestato e condannato a 7 anni di reclusione, con le accuse di: furto d’identità, imbroglio e associazione a delinquere. Nonostante alla fine sia stato beccato, l’impostore ha vissuto per decenni con un’altra identità: ha frequentato l’università, si è laureato, si è sposato, ha messo su famiglia e ha gestito le terre del “padre”. Del vero figlio scomparso non si è mai saputo nulla.
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