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Il mistero dei templari – La serie Stagione 1: la recensione completa

di Gabriele Di Nuovo

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Conclusa l’8 febbraio su Disney+, “Il mistero dei templari – La serie” è uno show basato sulle omonime pellicole cinematografiche. Il cast è formato da Lisette Olivera, Zuri Reed, Antonio Cipriano, Jordan Rodrigues, Jake Austin Walker e Catherine Zeta-Jones. Riprendono i loro ruoli, dopo le pellicole con Nicolas Cage, anche Justin Bartha e Harvey Keitel. La serie è creata da Marianne & Cormac Wibberley.

Dopo avervi parlato dei primi quattro episodi in anteprima, “Il mistero dei templari – La serie” giunge alla conclusione della sua prima stagione. Lo show ambientato nello stesso universo dei due film avventurosi con protagonista Nicolas Cage, punta ad ampliare il proprio mondo con una serie semplice e fin troppo “vecchia” nella struttura narrativa. Per quanto abbiamo elogiato l’efficacia di questo schema narrativo nei primi 4 episodi, con il passare delle settimane “Il mistero dei templari – La serie” porta su schermo un calo narrativo sotto tutti i punti di vista. Colpi di scena prevedibili e tanti momenti “morti”, rendono la serie ideata da Marianne & Cormac Wibberley, già dietro le sceneggiature dei primi due film, un prodotto che molto difficilmente rilancerà il franchise sul grande e sul piccolo schermo.

Un tesoro da salvare

Jess Valenzuela (Lisette Olivera), una giovane amante di storia, enigmi e avventure, si ritroverà coinvolta insieme ai suoi amici nella più grande caccia al tesoro mai vista al mondo. L’incontro con l’ex agente del FBI Peter Sadusky (Harvey Keitel), porterà Jess a scoprire non solo un tesoro inestimabile, ma il passato della sua famiglia. Ad ostacolare questa insolita squadra di cacciatori di tesori, troviamo la cinica Billie (Catherine Zeta-Jones), esperta nel settore e al soldo di una persona molto pericolosa. Riusciranno i nostri protagonisti a trovare l’ambito tesoro e proteggerlo dalle mani sbagliate? “Il mistero dei templari – La serie” porta avanti una storia fresca e che rispetta i toni dei film arrivati al cinema, ma affronta un calo vistoso del ritmo e di una narrazione sempre più prevedibile.

La serie sfrutta un tono più teen, quindi distaccandosi completamente dalla storia principale. Ma questo approccio, porta lo show a far emergere i suoi limiti. Infatti “Il mistero dei templari – La serie” si rivela essere un prodotto godibile per 5/6 episodi. Ma la strada verso la conclusione inizia a farsi tortuosa, complice una scrittura sempliciotta che colpisce la narrazione e i vari protagonisti. Il vero problema non è il lavoro svolto sui protagonisti dello show, ma ad essere problematico è l’aspetto narrativo. La scrittura potrà essere semplice, per attenersi così al mood dei film con Cage, ma rendere il tutto semplice e soprattutto prevedibile porta solo ad una cosa: perdita di interesse verso il prodotto.

Una scrittura che funziona a metà

Premessa doverosa da fare. “Il mistero dei templari – La serie” non punta ad essere il miglior prodotto per la televisione, complice anche i film arrivati al cinema. Nonostante questo, ci si poteva aspettare un livello di scrittura più elevato. Partiamo dai protagonisti. I giovani cacciatori di tesori rappresentano al meglio i classici background di qualsiasi teen drama sbarcato in TV. Un pizzico di pepe alla loro caratterizzazione avrebbe giovato all’intero prodotto. A deludere su tutto però, è la gestione della caccia al tesoro. I misteri dietro la ricerca dell’ambito e pericoloso tesoro, si rivelano molto semplici sia agli occhi dello spettatore e persino nella messa in scena. Quello che sarebbe dovuto essere un punto di forza de “Il mistero dei templari – La serie”, si rivela invece essere una delle criticità dell’intero progetto.

 

il mistero dei templari

 

Sfortunatamente il banalizzare i momenti più dinamici della storia, porta ad un calo dell’attenzione nella seconda parte della stagione vanificando il buon lavoro svolto nei primi episodi. A salvare la serie ci pensa l’intero cast, che nonostante i problemi di scrittura, riesce ad offrire delle interpretazioni credibili e coerenti con il racconto. La presenza di Justin Bartha e Harvey Keitel farà piacere ai fan della serie cinematografica e colloca “Il mistero dei templari – La serie” successiva agli eventi delle pellicole. Ma se vi aspettate qualche anticipazione del potenziale terzo capitolo, potreste restare delusi…

“Il mistero dei templari – La serie”: un nuovo inizio o la fine del franchise?

“Il mistero dei templari – La serie” si pone a tutti gli effetti come un rilancio della serie cinematografica con Nicolas Cage. Ma il progetto ha funzionato? Come menzionato in precedenza, con il passare degli episodi, lo show crolla sotto un muro di situazioni banali. Questo ha portato a vanificare le atmosfere dei film viste nei primi 5/6 episodi che rendevano di fatto la serie intrigante. La presenza dei personaggi di Bartha e Keitel, già nel cast delle pellicole, non riesce ad integrare completamente Jess e i suoi amici nel mondo principale del franchise. Quindi la domanda sorge spontanea a fine serie: “Il mistero dei templari – La serie” ha rilanciato la saga cinematografica? La risposta è sfortunatamente negativa.

Il fascino delle pellicole, presente nei primi episodi della serie, si perde con il passare del tempo. Questo porta “Il mistero dei templari – La serie” ad essere un prodotto strutturalmente vecchio. Schemi narrativi triti e ritriti e una banalità degli eventi, rende il tutto inferiore rispetto le aspettative. Inoltre il poco marketing attuato da Disney e il passaparola inesistente, potrebbe mettere non solo fine allo show dopo una stagione, ma al franchise intero. A consolidare questa possibilità che deluderebbe i fan della serie, ci pensa un comparto tecnico inferiore a tutti i prodotti della piattaforma streaming Disney.

Un prodotto di livello televisivo

“Il mistero dei templari – La serie” per tutti i suoi 10 episodi presenta una regia completamente televisiva. L’approccio da un punto di vista tecnico, abbraccia completamente lo standard seriale del piccolo schermo. Questa strada intrapresa rende di fatto lo show un prodotto distante dai suoi “colleghi” su Disney+. Complice un budget inferiore rispetto ai titoli più blasonati della piattaforma, “Il mistero dei templari – La serie” presenta una regia complessivamente scolastica e una fotografia poco accattivante e televisiva. A compensare in parte il confezionamento dello show è la musica.

 

il mistero dei templari

 

Composta da Trevor Rabin, la colonna sonora de “Il mistero dei templari – La serie”, riesce ad immergere lo spettatore all’interno dell’avventura. Anche la sigla, rimanda subito al tono della serie cinematografica e riesce in parte a consegnare al pubblico l’atmosfera dei film con Nicolas Cage. Ma a vanificare questo, ci pensa per l’appunto il citato approccio televisivo usato per confezionare il prodotto. Una gestione cinematografica e anche più ambiziosa, non avrebbe solo valorizzato l’intero progetto, ma avrebbe reso “Il mistero dei templari – La serie” un prodotto più vicino che mai alla sua controparte cinematografica.

Considerazioni finali

“Il mistero dei templari – La serie” riesce in parte nelle sue intenzioni. I 10 episodi complessivamente intrattengono, nonostante sia evidente un calo successivo al giro di boa. Una scrittura fin troppo sempliciotta dei protagonisti e il susseguirsi delle situazioni che cala di ritmo verso il finale, rendono lo show molto prevedibile. Nonostante questo non si palesi nei primi episodi, “Il mistero dei templari – La serie” evidenzia un calo nella seconda parte, portando con sé anche pessimismo per il futuro della serie cinematografica.

Un lato tecnico televisivo pone dei limiti al cast e alla narrazione, limitando la serie e consegnando un prodotto che pecca di ambizione. Cast, una regia che comunque svolge il suo lavoro, l’intrattenimento complessivo e la colonna sonora rendono “Il mistero dei templari – La serie” un progetto sufficiente, ma non al livello dei suoi colleghi più blasonati su Disney+.

Pro

  • Il cast della serie e il ritorno di alcuni volti delle pellicole cinematografiche;
  • Il ritmo incalzante della prima parte della stagione;
  • La colonna sonora dei vari episodi e la rispettiva sigla;
  • Una regia che nonostante i limiti, porta al termine il proprio compito.

Contro

  • La regia e la fotografia non al livello delle altre produzioni di Disney+;
  • La scrittura sempliciotta dei protagonisti che porta ad un calo dell’attenzione nel corso della seconda parte;
  • Uno sviluppo del mistero fin troppo semplice e prevedibile per lo spettatore.

 

 

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Qui di seguito vi lasciamo le recensioni dei primi quattro episodi della serie:

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