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Il corpo umano ha una “scadenza”? Per un team di ricerca sì

di Sofia Monti

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Nel corso degli anni tantissimi studiosi hanno provato a capire qual è il tempo massimo che un essere umano possa vivere. Il più recente ha dimostrato che il corpo umano avrebbe un limite oltre il quale non riuscirebbe a sopravvivere, come se avesse una “data di scadenza biologica“.

Il corpo umano non è immortale

L’ultimo studio pubblicato su Nature Communications ha tentato di rispondere all’oziosa domanda di quanto tempo potremmo vivere se non ci ammalassimo mai e se il nostro corpo funzionasse sempre in modo ottimale. Gli studiosi sono giunti alla conclusione che il nostro corpo non possa vivere “potenzialmente per sempre” come pensano in tanti, ma che avrebbe dunque un limite. I ricercatori della compagnia biotech di Singapore “Gero sostengono che, in condizioni di vita ideali, potremmo vivere tra i 120 e i 150 anni.

Lo studio

Questo studio è stato condotto a partire dai dati raccolti dalle analisi del sangue di 500 mila individui. I ricercatori hanno tenuto conto di come cambiano i globuli del sangue man mano che il nostro corpo invecchia. I fattori analizzati sono stati, in particolare, la presenza nel sangue di due diverse tipologie di globuli bianchi e le differenze di dimensione dei globuli rossi. In base ai dati raccolti dalle diverse analisi a cui ogni soggetto si è sottoposto, gli studiosi sono stati in grado di creare un modello matematico che descrive l’invecchiamento del corpo umano.

Perché il nostro organismo ha un limite e non può vivere all’infinito? Beh, la risposta è semplice: con il passare degli anni il nostro corpo impiega sempre più tempo a guarire a seguito di una malattia o anche di un infortunio e, arrivato a un certo punto, il tempo di ripresa è troppo lungo e cessa di funzionare, giunta un’età compresa tra i 120 e i 150 anni. Si ricorda comunque che questi risultati sono stati ottenuti da un modello matematico basato su dati raccolti a campione, ma resta senza dubbio un esito interessante.

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