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I cani di Chernobyl hanno un DNA diverso dagli altri esemplari per via delle radiazioni

Dopo il disastro nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986 le radiazioni rimaste nell’aria hanno alterato i geni dei cittadini, ma non solo. I cani di Chernobyl, ad esempio, ora rappresentano una razza unica e diversa dalle altre per via delle modificazioni del DNA. Uno studio condotto su 302 cani presenti nell’area di Chernobyl ha dimostrato come le radiazioni abbiano portato all’evoluzione di una nuova singolare razza canina.

Cani randagi e Chernobyl Dog Research Initiative

A subire le conseguenze delle radiazioni presenti ancora oggi sono tutti quei cani randagi che si aggirano all’interno della centrale nucleare o nei boschi di Pripyat fino a Slavutych, sebbene si trovino a 45 chilometri dal noto reattore numero 4. Questi animali sono randagi e discendenti dei numerosi cani che hanno vissuto quel terribile 26 aprile per poi essere abbandonati dalle loro famiglie.

Chernobyl (@Shutterstock)

La Chernobyl Dog Research Initiative è un’organizzazione che dal 2017 offre assistenza veterinaria ai cani di quest’area e allo stesso tempo preleva campioni di sangue per condurre delle analisi genetiche. I campioni sono stati utili per uno studio pubblicato su Science. Lo studio, come riporta La Stampa, è stato condotto dai ricercatori del National Human Genome Research Institute dell’University of South Carolina in collaborazione con Clean Futures Fund+, North Carolina State University, Polish Academy of Sciences, State Specialized Enterprize Ecocentre, Columbia University Irving Medical Center e Jilin University.

Lo studio

L’intero team di ricercatori, coordinati dalla dottoressa Gabriella Spatola, ha ipoteticamente distinto i cani in gruppi diversi in base a dove vivono, ossia in base alla loro distanza dal reattore; gli studiosi hanno poi identificato 15 strutture familiari esclusive per i cani di Chernobyl che li differenziano dagli animali del resto del mondo.

Non sono ancora noti gli effetti di queste mutazioni, ma hanno certo permesso ai cani di adattarsi meglio e di sopravvivere. Tuttavia, la durata media della vita di questi esemplari si è ridotta inaspettatamente: non supera i 6 anni “La popolazione di cani di Chernobyl ha un grande potenziale per informare sulla gestione delle risorse ambientali di una popolazione in ripresa. Ciò che hanno vissuto li rende i candidati ideali per studi futuri che cercano di comprendere gli effetti sulla salute genetica a lungo termine dei mammiferi in ambienti altamente radioattivi” – queste le parole degli scienziati.

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Melissa Marocchio

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