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I 5 campionati europei: LaLiga, quale futuro per la tradizione?

Negli ultimi decenni, il ruolo di campionato egemone del calcio europeo è stato detenuto da LaLiga. In seguito al periodo d’oro della Serie A, infatti, gli spagnoli sono riusciti a portare il meglio di questo sport dalla loro, con Barcellona e Real Madrid a spadroneggiare sui campi delle competizioni continentali. Grandi campioni, a partire da Luis Figo e Raul, passando per Ronaldinho, Xavi, Iniesta, e su tutti Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, hanno calcato i campi della Spagna.

Oggi proseguiamo con la serie di articoli dedicata ai 5 campionati europei, analizzando presente e possibile futuro de LaLiga.

Le squadre

Grandi nomi

La lista delle formazioni appartenenti a LaLiga inizia con le tre squadre dominanti: Real Madrid, Barcellona e Altético Madrid. I primi due in particolare sono fra i più grandi brand calcistici del mondo, sia per i successi ottenuti sia per i top-player che vi sono passati. Tre delle quattro posizioni che garantiscono l’accesso alla Champions League sono molto spesso ipotecate da questi top team, e negli ultimi anni il Siviglia ha spesso raggiunto la qualificazione. Questa stagione, però, il crollo dei biancorossi sta portando una arrembante Real Sociedad fra le prime quattro, tallonata da Betis e un inaspettato Rayo Vallecano, terza squadra di Madrid.

Competitività in patria e in Europa

Però, va anche detto che le altre squadre non riescono quasi mai a minare la “triade“, portando Real, Barça e Atléti a monopolizzare la lotta per il titolo. Eccetto per grossi imprevisti, come la situazione del Siviglia di quest’anno, l’esito finale della classifica de LaLiga è spesso abbastanza prevedibile.

Le rose spagnole, escluse quelle note a tutti, non sono di altissimo livello per quanto riguarda i valori di mercato (dati Transfermarkt), anche se paragonate alle pari grado di Serie A. Ciononostante le formazioni iberiche, seppur sfavorite sulla carta riescono ad ottenere grandi risultati in giro per il continente. Basti pensare al Villarreal che è arrivato in semifinale di Champions lo scorso anno, e a Betis e Real Sociedad che quest’anno sono riuscite a strappare il primo posto nei gironi di Europa League rispettivamente a Roma e Manchester United.

Dominio continentale

Nel passato recente, le squadre spagnole hanno dominato le competizioni europee, a partire dalla Champions League. Nelle ultime 12 edizioni, la coppa “dalle grandi orecchie” è stata vinta per ben 7 volte da Real Madrid e Barcellona. In Europa League il dato è lo stesso della competizione maggiore, con Siviglia (4), Atlético Madrid (2) e Villarreal (1) che hanno portato a casa il secondo trofeo più importante del Vecchio Continente.

 

Real Madrid (@Shutterstock)

 

Questo alto livello di competitività in Europa, dimostra una caratteristica che è nel DNA delle squadre iberiche, che nonostante non siano spesso favorite dai pronostici riescono a spuntarla su formazioni più equipaggiate.

I brand

Adesso cerchiamo di capire quanto sono attrattivi i club de LaLiga per i calciatori. Real Madrid, Barcellona e parzialmente Atlético Madrid sono spiagge ambite dai professionisti del pallone, che raggiungono l’apice del calcio europeo, e quindi mondiale. Per quanto riguarda le altre formazioni, si trovano in una situazione simile a quella delle squadre di Serie A. Sono “rampe di lancio” verso il calcio che veramente conta, oppure  il contrario. Ovvero ottime squadre per calciatori ormai verso la fine della carriera, che hanno l’obiettivo di chiudere il loro percorso in un campionato comunque competitivo.

Stadi

Per quanto riguarda le infrastrutture, LaLiga probabilmente si trova un passo indietro rispetto ad altri campionati. Esistono alcuni esempi virtuosi, come ad esempio la totale ristrutturazione del Santiago Bernabéu, oppure la riqualificazione del distretto attorno al Camp Nou. Qualche stadio è stato costruito da zero, come il San Mamés di Bilbao, oppure il campo dell’Espanyol, ma altre sono strutture piuttosto vetuste.

Ad esempio il Mestalla dello storico Valencia, oppure il Sánchez-Pizjuán e il Benito Villamarín di Siviglia e Betis. Difficilmente le squadre di più basso livello hanno stadi all’altezza di un campionato blasonato come LaLiga, e questo può “tagliare le gambe” alle società. Sul Valencia c’è anche da dire che una crisi societaria lunga decenni ha impedito ai Pipistrelli di ultimare il muovo impianto. Le conseguenze sono evidenti; il Nou Mestalla è abbandonato, mentre il Valencia non ci guadagna niente e anzi si trova a gestire una spesa in più.

 

Camp Nou (@Shutterstock)

Investimenti e società

In Spagna, come in Italia, Inghilterra e Francia, la maggior parte delle società è gestita tramite azioni, controllate da un socio di maggioranza che ne diviene proprietario. Però ne LaLiga 4 società seguono un altro sistema: Barcellona, Real Madrid, Athletic Bilbao e Osasuna. Queste squadre sono dette “SAD“, acronimo di sociedad anónima deportiva, ovvero società basate sull’azionariato popolare. I tifosi possono fare richiesta di ottenere una piccola porzione di azioni del club, potendo così accedere alle assemblee societarie. Inoltre, questa struttura serve a evitare una “contaminazione etica” da parte di multinazionali o fondi speculativi.

In ogni caso, va detto che sul piano societario gran parte delle squadre della Primera División sono gestite da proprietà o imprenditori spagnoli, con alcune eccezioni come il Valencia del singaporiano Peter Lim, oppure il Real Valladolid di Ronaldo Nazário. Questo perché solo club con tanti sostenitori possono permettersi di avere un numero sufficiente di tifosi-soci per mantenersi con l’azionariato popolare.

Quale futuro per LaLiga?

Senza dubbio le squadre spagnole, soprattutto quelle di alto livello, sono dei fortissimi brand conosciuti in tutto il pianeta. Per la struttura delle società e l’assenza di grandi fondi che investono centinaia di milioni sulle squadre, la gestione finanziaria segue tendenzialmente una linea di sostenibilità, anche se il “cattivo esempio” del Barcellona affossa in parte questa affermazione. Parlare di futuro de LaLiga in questi giorni può sembrare inopportuno, visto che il Real Madrid e i “Blaugrana” sono i principali fautori, con la Juventus, della fondazione della Superlega, progetto appena rilanciato. Vedremo nei prossimi mesi e anni cosa accadrà, ma per adesso, probabilmente, quello spagnolo è il secondo campionato europeo in termini di rilevanza mediatica. Questo posto può essere minato da leghe emergenti, e in caso di innovazione rallentata c’è il rischio di una caduta del prestigio del campionato. Del resto, l’addio di Messi e Cristiano Ronaldo, ha tolto molto interesse a questa lega.

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Cristian Castellini

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