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Gubbio, il pranzo di pesce finito male diventa virale, ma è una fake news

di davide gerace

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Da diverse ore la piccola cittadina di Gubbio è diventata virale sui social. Da Instagram a Facebook, passando per i principali quotidiani e siti italiani, tutti hanno riportato la notizia del famoso pranzo di pesce finito con una “strage” di dissenteria. Andiamo a ricostruire la storia.

Gubbio, la presunta storia del famoso pranzo

Da circa 24 ore la notizia del pranzo di pesce finito male si trova ovunque. Tutto parte da una comitiva di circa 40 persone, membri di una società sportiva di pesca di Gubbio, che lo scorso 2 ottobre, la data però non è sicura, si sarebbero riuniti per una battuta di pesca al tonno.

Subito dopo aver pescato, la comitiva si è recata in un ristorante del posto per gustare il pesce catturato poco prima. Dopo aver consumato del pesce crudo, alcuni dei commensali avrebbero iniziato a stare male, colpiti improvvisamente da forti scariche di diarrea. Non solo, altri ancora, come riportano alcuni audio WhatsApp finiti in rete, avrebbero iniziato a farla anche negli angoli del ristorante. Altri ancora sarebbero corsi alla macchina per scappare a casa, ma avrebbero avuto un incidente finendo in un fossato, distruggendo anche altre auto. Uno scenario apocalittico, con presunti testimoni a raccontare tutti i dettagli.

Ci sono però molte cose che non quadrano nella storia.

Tutti i dubbi svelati

Andiamo in ordine e partiamo dalla battuta di pesca. In Umbria il mare non esiste e i luoghi migliori e più vicini per pescare il tonno sono Toscana e Lazio, un po’ troppo lontani per completare tutto in un solo giorno e andare anche a mangiare ciò che si è pescato. Inoltre, il pesce crudo, prima di essere consumato, deve essere abbattuto, cioè portato a una temperatura di -20° per almeno 24 ore, oppure tenuto in freezer per almeno 96 ore.

Passiamo ai presunti audio WhatsApp, che descrivevano una scena da film horror, gente che stava male ovunque, incidenti ecc…  Tante notizie e anche delle foto, da cui è impossibile risalire alla fonte, che non sono state confermate dalla polizia o dai sanitari del 118. Nessuno infatti ha riportato la notizia.

Citiamo infine il proprietario del ristorante dove si è svolto il pranzo. L’uomo, ha rilasciato un’intervista a “Il Giornale“: “Avevamo permesso ai componenti della società di pesca di pranzare nel nostro ristorante. Il pesce crudo lo hanno portato loro da fuori e, da quanto ne so, lo hanno fatto sfilettare in un altro locale. Quindi noi abbiamo solo ospitato le oltre cento persone. Potrebbe bastare questo per giustificarmi, ma vorrei smentire ciò che sta circolando sui social. Chiacchiere alimentate da voci di popolo. Si è voluto creare un caso che non esiste, pubblicando perfino immagini scabrose false, poiché le persone immortalate non sono nel mio locale”. 

Il ristoratore ha ribadito il concetto anche con un post su Facebook: “Dopo aver constatato che a distanza di giorni tali supposizioni (perché di questo si tratta, solo di “chiacchiere”) vengono ancora alimentate da mere voci di popolo mi trovo costretto a replicare. Corrisponde a verità che il giorno del pranzo sia intervenuto, presso il ristorante, personale medico del 118, tuttavia, tale intervento si è reso necessario per problemi personali di salute che hanno afflitto due avventori, ma che nulla hanno a che vedere, in alcun modo, con la qualità e/o tipologia del cibo somministrato presso il ristorante”.

Possiamo concludere che si tratta del classico caso di fake news, ormai in continuo aumento negli ultimi anni, a cui bisogna prestare molta attenzione.

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