Homo habilis, homo erectus, homo sapiens, sono tutti termini che scandiscono lo sviluppo umano e su cui ci imbattiamo per la prima volta nel mondo scolastico. Forti della nostra presunta superiorità, guardando a posteriori l’evoluzione dell’uomo notiamo come ci siano stati molti cambiamenti, soprattutto a livello cerebrale e cranico. Ma come saremo nel futuro? La risposta, purtroppo, potrebbe non essere molto lusinghiera…
Come riporta “la Stampa” i ricercatori dell’organizzazione Toll Free Forwarding hanno realizzato un prototipo di un ipotetico essere umano dell’anno 3000. L’evoluzione umana, nel corso dei millenni, ha sempre seguito la selezione naturale darwiniana, ovvero ha scelto i geni migliori per far progredire la specie; tale scelta, ovviamente, è stata frutto sia di fattori esterni che dello stile di vita dei nostri antenati. Mai come nel passato, probabilmente, l’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni ha condizionato in maniera così incisiva e profonda la conduzione della nostra quotidianità, sia in termini lavorativi che in termini sociali e di abitudini. Smartphone, PC, laptop, sono tutti strumenti che presuppongono la visione continua di uno schermo e l’assunzione, molto spesso, di una postura innaturale.
Toll Free Forwarding, partendo da questi presupposti, ha compiuto una profonda analisi su ricerche scientifiche e ha contattato diversi esperti, con il fine ultimo di rappresentare l’essere umano medio che vivrà sulla Terra fra 1000 anni. Con il supporto di un designer 3D, è stata data vita a “Mindy“, una ragazza del futuro con alcune caratteristiche piuttosto interessanti; analizziamo quindi questi singoli elementi e il perché saranno, probabilmente, più comuni nel futuro…
La postura che assumiamo per vedere lo smartphone o il PC è, molto spesso, innaturale, accentuando quelle che sono le normali curve fisiologiche della colonna vertebrale. Come afferma il dottore Caleb Backe, contattato dall’organizzazione, questa posizione porta a un affaticamento del collo per sostenere la testa, così come a una spinta in avanti del busto. Ecco spiegato perché, tra 1000 anni, sarà molto più probabile avere la gobba, in quanto il protrarsi di questa abitudine favorirà questa caratteristica nella selezione naturale.
La mano artigliata e il gomito a 90 gradi saranno altre due novità, causate in maniera diretta dagli smartphone; la posa che adottiamo per tenere in mano e scrivere con il cellulare è infatti dannosa per gli arti superiori. Il dottor Nikola Djordjevic, afferma che la cosiddetta “sindrome del tunnel cubitale” è causata:
“Dalla pressione o dall’allungamento del nervo ulnare che passa in un solco sul lato interno del gomito. […] Tenere il gomito piegato a lungo, il più delle volte, tenendo il telefono, può allungare il nervo dietro il gomito e esercitare pressione su di esso”.
Stando alla simulazione inoltre, ci sarà anche una terza palpebra; nonostante possa sembrare qualcosa di surreale, questa possibilità ha una sua logica. Gli schermi dei cellulari e dei PC provocano senz’altro degli effetti sugli occhi, soprattutto a causa della luce blu, nociva per questa parte del corpo; il ricercatore Kasun Ratnayake dell’Università di Toledo, afferma infatti che l’uomo potrebbe sviluppare una palpebra interna più spessa (oppure dei cambiamenti nel cristallino stesso) per difenderci naturalmente dall’esposizione prolungata alla luce blu.
L’ultima grande e visibile caratteristica è il cambiamento del cranio, accompagnato dal rimpicciolimento del cervello. Secondo Toll Tree Forwarding, le radiazioni emesse dai dispositivi elettronici possono essere dannose per il cervello (la scienza non è però del tutto certa di ciò). Per questo motivo, il cranio si modificherebbe inspessendosi, così da fornire una protezione migliore. Per quanto riguarda il cervello, invece, si assisterebbe a un rimpicciolimento.
In generale, l’evoluzione umana è sempre stata diretta verso un aumento di massa cerebrale; tuttavia, nelle ultime decine di migliaia di anni si è evoluto in direzione opposta. L’uomo, infatti, grazie al passaggio all’agricoltura e da lì in poi tutte le innovazioni tecnologiche susseguitesi fino ad oggi, deve compiere meno azioni in prima persona per sopravvivere, delegando molti aspetti alla tecnologia. L’utilizzo del cervello, quindi, diminuisce per risparmiare più energia.
Purtroppo, diverse tendenze negative causate dalla tecnologia si registrano già al giorno d’oggi, e nel futuro la situazione probabilmente non migliorerà. Nella nostra quotidianità, comunque, per evitare delle complicanze legate all’uso di questi dispositivi è sempre bene assumere una postura corretta, fare delle pause e riposare gli occhi. Si tratta comunque di piccole azioni, ma che nella lunga durata possono davvero avere degli effetti benefici.
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