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Stando a quanto riportato da ANSA, le epatiti sospette sembrano in aumento; sono undici i casi in Italia, con un bimbo in rianimazione in condizioni “serie ma stabili”. Gli esperti escludono eventuali legami con i vaccini e con il Covid; tuttavia, è in arrivo una circolare del Ministero della Salute con indicazioni sui controlli da effettuare.
La circolare si rende necessaria in seguito all’allerta per alcuni casi di epatite di natura sconosciuta registrati nelle scorse settimane, sia negli Stati Uniti che in Europa, e ora anche in Italia. Tale documento chiede a tutte le organizzazioni sanitarie e ai medici di segnalare ogni caso sospetto di epatite di cui non si comprendano le cause.
In mancanza di informazioni certe, al momento non viene esclusa nessuna ipotesi. Il Ministero della Salute si sta accertando dell’eventuale presenza o meno di somiglianze sospette con il centinaio di casi riscontrati da inizio anno soprattutto nel Regno Unito. I britannici hanno addirittura azzardato l’ipotesi che queste epatiti (che hanno colpito perlopiù bambini) possano essere legate in qualche modo ai vaccini anti-Covid. Possibilità che al momento pare venga esclusa, dal momento che alla maggior parte dei piccoli pazienti coinvolti non era stata somministrata neanche una dose di vaccino. Resta invece ancora valida l’ipotesi che il problema sia di natura virale, in attesa di capire se ci sia effettivamente un nesso con l’infezione da Covid-19. Che ci sia un nuovo periodo di paura alle porte?
Anche in Italia si continuano a studiare le cartelle cliniche dei bambini colpiti. In particolar modo quella del bimbo di 3 anni originario di Prato, ricoverato all’ospedale Meyer di Firenze e in seguito trasferito d’urgenza al Bambino Gesù di Roma. Il bollettino medico recitava una “insufficienza epatica importante in vista di un ipotetico trapianto“. Al momento tuttavia l’ipotesi di trapianto sembra sia stata scongiurata, considerato che tutte le analisi cui è stato sottoposto il piccolo hanno dato esito negativo. Compreso quella dell’Adenovirus, identificato invece nel 70% dei pazienti inglesi e scozzesi in età pediatrica.
Nonostante l’allerta e la giusta attenzione che anche i media stanno dedicando, è giusto ricordare che epatiti simili si riscontrano ogni anno sia in Italia che in altri Paesi; è la concentrazione di casi ad aver fatto scattare l’allerta dell’OMS. Ad ogni modo, al momento non sembra ci sia da essere eccessivamente preoccupati. L’invito è sempre quello di aspettare indicazioni dalle istituzioni.
Ospedale (@Shutterstock)
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