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Drive to Survive Stagione 5, la recensione: rivoluzione e conferme

di Gabriele Di Nuovo

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Disponibile su Netflix dal 24 febbraio, “Drive to Survive” ritorna con la quinta stagione. La docu-serie vede ancora come produttori esecutivi Paul Martin e il premio Oscar James Gay-Rees.

Introduzione a “Drive to Survive: S5″

Il 2022 è l’anno della rivoluzione in Formula 1; il cambio di regolamento ha infatti portato tutte le scuderie del massimo campionato automobilistico a superare i limiti delle proprie competenze. Così “Drive to Survive“, in questi nuovi 10 episodi, ci racconta una stagione avvincente e interessante sotto molti punti di vista; rilevante è certamente stato anche il ritorno alla lotta al vertice della Ferrari, coì come le dichiarazioni di Max Verstappen, che ha criticato un aspetto della narrazione dello show (come anche menzionato nella nostra recensione della stagione passata).

Ma ciò è sufficiente ad offrirci una prospettiva più realistica e al tempo stesso avvincente del campionato di Formula 1 2022? La risposta è assolutamente si. I nuovi episodi offrono una prospettiva della Formula 1 reale e soprattutto imparziale, nonostante la Red Bull sia la grande protagonista della docu-serie…

Rivoluzione e spettacolo

La stagione 2022 si apre nel segno del nuovo regolamento e del ritorno alla vittoria della Ferrari, e la lotta tra Charles Leclerc e Max Verstappen si alterna alla stagione dei vari piloti dei 10 team di Formula 1; partendo dalla Mclaren, arrivando poi alla Haas con Team Principal l’idolo dei fan della serie Gunther Steiner, la quinta stagione di “Drive to Survive” cerca di raccontare al pubblico una delle stagioni più interessanti e avvincenti degli ultimi anni.

Il taglio documentaristico funziona ancora una volta benissimo nel raccontare gli uomini dietro il volante e i team, ma il montaggio nel corso dei vari episodi, crea ancora rivalità inesistenti? La risposta è: fortunatamente no. Le critiche ricevute con il passare del tempo da parte dei piloti del circus ha permesso allo show documentaristico di offrire una prospettiva unica del massimo campionato automobilistico.

Ma questa volta i veri protagonisti non sono i piloti, ma i loro team manager. Infatti, “Drive to Survive” focalizza moltissimo la sua narrazione sugli uomini dietro il muretto dei box; leadership, competizione e carisma emergono al meglio quando vediamo su schermo le menti che prendono le decisioni più difficili per puntare al successo e alla conseguente vittoria del campionato. “Drive to Survive“, attraverso questo focus affronta tanti temi che hanno caratterizzato la stagione 2022; dal budget cap infranto da Red Bull, fino ad arrivare alla questione Oscar Piastri per il 2023 tra Alpine e McLaren.

I veri protagonisti sono i Team Principal

Drive to Survive” con il suo accesso al dietro le quinte del mondo della Formula 1, concentra la sua narrazione sui volti dietro i piloti che scendono in pista. A spiccare ancora una volta sono i TP di Haas, Red Bull e Mercedes; se Steiner con il suo carattere e le difficoltà che affronta con la Haas è il prediletto dei fan dello show Netflix, dall’altra parte troviamo Christian Horner e Toto Wolff. Sono infatti i leader di Red Bull e Mercedes a mostrare ancora una volta il loro carattere e la loro fame di vittorie nel corso della stagione.

I problemi che hanno afflitto la monoposto della Mercedes del 2022 sono protagonisti di un episodio, dove è possibile “ammirare” uno scontro tra i due TP. Horner e Wolff discutono insieme agli altri TP la questione del porpoising; problema poi risolto da tutti i team, tranne che da Mercedes, Wolff ha richiesto dei cambiamenti al regolamento a questo proposito.

Se in questo momento troviamo Mattia Binotto spiegare in modo pacifico come Ferrari ha risolto il grattacapo, dall’altra abbiamo Horner che senza tanti giri di parole suggerisce a Wolff di cambiare completamente l’auto. Questo episodio è però solo la punta dell’iceberg di come i Team Principal siano i veri protagonisti di “Drive to Survive“; nonostante i piloti abbiano il loro spazio, sono i leader tecnici e strategici dei team di F1 a rubare la scena. Errori, vittorie, problemi alle monoposto e questioni legali, vengono tutte affrontate con un dietro le quinte inedito e soprattutto imparziale; l’affrontare temi spinosi come il budget cap e il cambio di tuta di Oscar Piastri, passato da Alpine a Mclaren per il 2023, viene attuato in modo da non essere fazioso e noioso agli occhi dello spettatore.

 

drive to survive

@Netflix Media Center

 

Lo spettacolo della Formula 1

Se a regalare in parte spettacolo in “Drive to Survive” ci pensano i Team Principal, a chiudere il cerchio ci sono ancora una volta le gare più importanti e spettacolari della stagione passata. Il montaggio cinematografico rende le riprese televisive avvincenti, offrendo una prospettiva differente delle corse di F1; tra on board, muretto box e azione in pista, le emozioni della stagione 2022 vengono mostrate al meglio. A differenza delle passate stagioni, “Drive to Survive” tralascia varie battaglie avvenute nel corso del campionato; da Jeddah dove Charles Leclerc e Max Verstappen hanno lottato fino alla fine per la vittoria, fino ad arrivare ad un racconto quasi incompleto del Gran Premio di Silverstone, dove sempre il pilota della Ferrari e attuale vice campione del mondo, ha realizzato un sorpasso al limite del possibile nei confronti di Lewis Hamilton.

Questa approssimazione mostrata nel corso dei 10 episodi, porta così “Drive to Survive” a far emergere una pecca che a molti fan della F1 potrebbe far storcere il naso. Se il non raccontare determinate gare e parti del campionato non è poi così grave, a risultare tale invece è lo spazio dedicato al ritiro di Sebastian Vettel; il tedesco quattro volte campione del mondo è stato uno dei piloti più importanti degli ultimi 15 anni di Formula 1. Parlare quindi del suo ritiro nello spazio di soli tre minuti è a dir poco riduttivo per un campione del suo livello; infatti, il pilota di Aston Martin nella stagione 2022 avrebbe meritato un episodio a lui dedicato, dove la sua carriera veniva celebrata e ricordata dai vari piloti del circus. Sfortunatamente ciò non è avvenuto, ed è senza dubbio un grosso punto a sfavore per questa quinta stagione.

Una docu-serie al limite del cinematografico

Drive to Survive“, ancora una volta, presenta una regia avvincente e che lascia il segno; le sequenze che riportano su schermo alcune gare del 2022 sono spettacolari e montate in modo da rendere appetibile la Formula 1 anche ai neofiti della categoria e a quella fetta di pubblico che si è avvicinata a questo mondo grazie alla serie in questione. Fortunatamente il tocco cinematografico è stato utilizzato solo per raccontare le gare della stagione 2022, senza creare rivalità inesistenti; questo fu elemento di critica da parte di numerosi piloti del circus, portando così i produttori dello show a cambiare e migliorare questo aspetto della narrazione del mondo della F1.

Ancora una volta la serie offre una prospettiva sulla vita privata dei Team Principal; infatti, vediamo parte della loro vita e di come si preparano ai weekend di gara. Inoltre, questi momenti offrono anche alcuni momenti divertenti, come ad esempio all’inizio del primo episodio. La nuova stagione si apre proprio con Gunther Steiner e Mattia Binotto, amici da anni per via delle loro esperienze lavorative comuni, che si ritrovano a bordo di una 500 in Italia prima dell’inizio della stagione; un momento di leggerezza che non solo apre la nuova stagione di “Drive to Survive“, ma inaugura il nuovo corso del campionato e non solo.

 

drive to survive

@Netflix Media Center

 

Considerazioni finali

La quinta stagione di “Drive to Survive” risolve una grossa criticità delle stagioni passate, offrendo così un prodotto più reale e imparziale. A guadagnare da questo non è solo il prodotto nella sua interezza, ma è lo stesso campionato di F1 a diventare più credibile agli occhi del pubblico. Infatti, viene trattata in modo giusto anche la politica dell’intero circus, affrontando tematiche spinose come il budget cap; la narrazione di questi aspetti e delle gare presenta un ottimo ritmo e il montaggio delle sequenze di corsa sono cinematografiche e avvincenti. La presenza preponderante dei Team Principal conferisce inoltre alla serie un senso di completezza e al tempo stesso di “dietro le quinte” del mondo della Formula 1.

Nonostante questi elementi positivi, la docu-serie porta con sé due pecche piuttosto rilevanti; la prima riguarda l’assenza di alcune gare e momenti importanti della stagione, che avrebbero giovato al prodotto, e la seconda invece è la questione Vettel. Il ritiro del tedesco viene, come detto, affrontato in pochissimo tempo, relegandolo a fatto secondario avvenuto nel corso della stagione; un vero peccato. Nel complesso la quinta stagione di “Drive to Survive“, offre allo spettatore una visione interessante della stagione passata e si guarda al futuro con fiducia nei confronti della docu-serie Netflix.

Pro

  • La regia e il montaggio della docu-serie;
  • Il raccontare l’aspetto politico della Formula 1 in modo imparziale e semplice;
  • Lo spazio offerto ai vari Team Principal, a tratti più carismatici e persino più affamati di vittorie dei loro piloti;
  • Un racconto onesto e reale dei piloti del campionato.

Contro

  • Il non mostrare alcuni momenti importanti e spettacolari della stagione di F1;
  • Il trattamento riservato al ritiro dalle corse di Sebastian Vettel.

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